Dall’attacco delle Torri Gemelle alla strage di Barcellona il timore del terrorismo è penetrato nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Ma quali sono le condizioni e i contesti socio-economici e quali le esperienze educative che favoriscono l’adesione al terrorismo? Quali gli effetti generati sul pensiero, sulle relazioni e sui valori di riferimento in Europa? E come il terrorismo segna l’educazione? Come l’educazione può “dire” il terrorismo? Sono alcune delle domande al centro del primo seminario promosso dal Comitato scientifico del ciclo di Studi pedagogici su educazione e terrorismo dell’Università di Milano-Bicocca. Appuntamento giovedì 15 marzo, dalle ore 9.00, presso l’Auditorium “G.Martinotti” (via Vizzola 5, Milano). Il ciclo di incontri proseguirà poi con un secondo seminario (7 giugno) e una conferenza internazionale (in autunno). A introdurre il tema del primo seminario è Sergio Tramma, professore ordinario di Pedagogia generale e presidente del Corso di Laurea in Scienze dell'educazione del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa".
Professore, in quali ambiti si incontrano educazione e terrorismo?
In molti ambiti, vi sono esperienze educative nelle quali si apprende direttamente come il terrorismo possa essere una modalità legittima ed efficace di condurre i conflitti. Vi sono anche altre esperienze, per lo più informali, che possono generare adesione al progetto, come, per esempio il modo in cui certi paesi e popoli sono stati trattati, e sono trattati, dall’Occidente. Ma l’educazione incontra il terrorismo anche quando gli effetti ricercati sono la modificazione dei comportamenti e degli atteggiamenti delle popolazioni colpite, il loro vivere in una dimensione, appunto, di terrore. In altri termini si educa al e attraverso il terrorismo.
Come è cambiato questo rapporto rispetto al passato?
Sono cambiate le motivazioni, gli obiettivi specifici, le forme, i soggetti interessati; quello che definiamo terrorismo è una presenza costante nella storia, anche dell’Europa e dell’Italia. È cambiata anche la capacità affrontare il fenomeno, come se mancassero delle categorie in grado di descriverlo e spiegarlo.
Come l'educazione può favorire l'adesione al terrorismo?
Esiste un’educazione diretta che lo favorisce; ma esiste anche un’educazione che indirettamente lo favorisce, quella che conduce alla semplificazione, ai manicheismi, cioè quella che riduce la complessità del fenomeno, e in questo lo aiuta.
Come invece l'educazione può prevenire e scoraggiare il fenomeno?
Educando al pensiero critico, cioè a quel pensiero che indaga costantemente, cerca di capire quel che accade, non si limita alla superficie, non si accontenta di soluzioni affrettate, mette in discussione se stesso.