Il 29 ottobre 2024 l’Università di Milano-Bicocca ha ospitato una tappa del masterclass tour del regista e attore Edoardo Leo, una serie di incontri nelle università italiane organizzati in occasione dell’uscita del suo nuovo film “Non sono quello che sono”, rivisitazione moderna dell’Otello di William Shakespeare, ambientata nei primi Anni 2000. L’incontro, dal titolo “#L’OTELLODILEO: Tra Amore, Morte e Virtù”, ha riunito studenti e appassionati, desiderosi di confrontarsi su temi profondi e sempre attuali.
Durante l’incontro, Edoardo Leo ha dialogato con Loredana Garlati, professoressa di Storia del diritto medievale e moderno presso il dipartimento di Giurisprudenza della Bicocca, offrendo uno spunto di riflessione su argomenti come la violenza di genere, il maschilismo e il razzismo: la docente ha sottolineato come queste iniziative rappresentino un’occasione unica per riflettere, attraverso il cinema, sui grandi temi della letteratura e della società contemporanea. «La tragedia di Otello ci pone davanti ai nodi irrisolti della nostra cultura», ha osservato Garlati, «e il film di Edoardo Leo ci invita a confrontarci con queste ombre, portandole nel nostro tempo e nelle nostre città».
La masterclass, moderata dalla giornalista di Vanity Fair Chiara Oltolini, ha esplorato anche le scelte linguistiche del film, con Leo che ha raccontato come la scelta di tradurre i dialoghi shakespeariani in dialetto romanesco e napoletano abbia dato autenticità e modernità ai personaggi. «Raccontare Otello oggi significa anche parlare del nostro Paese, delle sue sfumature e delle sue contraddizioni», ha spiegato Leo. «E credo fermamente che un classico possa rispecchiare il presente, proprio attraverso una storia come questa, in cui un uomo arriva a uccidere la propria moglie prima di suicidarsi. Una trama che, tristemente, ricalca molte vicende che popolano la cronaca nera dei nostri giorni».
Il regista ha inteso spostare l’asse interpretativo per eliminare ogni traccia di compassione, di quella pietas nei confronti degli uomini che uccidono le proprie vittime per "troppo amore" («Dobbiamo imparare a non chiamarlo più così», ha aggiunto). Questo approccio ha richiesto un lavoro delicato, mirato a riorientare il senso di colpa senza modificare il testo originale.
Momento cruciale dell’incontro è stata la lettura, da parte di Edoardo Leo, del monologo “Lo stupro” scritto da Franca Rame dopo la terribile esperienza di stupro e sequestro vissuta dall'attrice teatrale e cinematografica, drammaturga e politica italiana scomparsa nel 2013: al termine del monologo, gli studenti hanno posto domande e riflessioni aperte sulla dimensione emotiva e l’importanza dell’arte per scuotere le coscienze.
L’incontro, promosso da Vision Distribution e organizzato da Cineventi, ha creato un momento di confronto e riflessione, in vista dell’uscita nelle sale il prossimo 14 novembre (qui il trailer della pellicola che è una produzione Groenlandia, Italian International Film e Vision Distribution, in collaborazione con SKY).
Servizio a cura di Rossella Guido e Anita Rubini