COP29: Nuovi obiettivi di finanza climatica e il ruolo dell'Italia - Bnews COP29: Nuovi obiettivi di finanza climatica e il ruolo dell'Italia

COP29: Nuovi obiettivi di finanza climatica e il ruolo dell'Italia

COP29: Nuovi obiettivi di finanza climatica e il ruolo dell'Italia
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La Conferenza delle Parti (COP), organizzata annualmente nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è il principale forum globale dedicato alla lotta contro il cambiamento climatico. Giunta alla sua ventinovesima edizione, quest'anno si è tenuta a Baku, Azerbaigian, dove leader mondiali, esperti e attivisti hanno discusso le azioni necessarie per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi alle loro conseguenze.

Per esplorare il significato di queste decisioni e comprendere come possano influire sul nostro Paese, abbiamo intervistato il Professor Valter Maggi, esperto di climatologia e docente di geografia fisica e geomorfologia presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra - DISAT del nostro ateneo.

Professor Maggi, quali sono le principali novità emerse dalla COP29 riguardo alla finanza climatica, e come queste differiscono dagli accordi precedenti?

Le novità principali della COP29 riguardano un impegno di 300 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2035, destinati a sostenere i Paesi più vulnerabili, e un obiettivo complessivo di 1.300 miliardi. Tuttavia, gran parte delle decisioni concrete sono state rinviate alla COP30 che si svolgerà in Amazzonia. Di conseguenza questo rappresenta un rallentamento rispetto agli impegni della COP28 di Dubai, dove furono definiti obiettivi più specifici a breve e medio termine, per il 2030 e 2050. Questi nuovi obiettivi, pur ambiziosi, necessitano di una roadmap più dettagliata per essere credibili, soprattutto considerando il Green Deal Europeo, che già prevede obiettivi più stringenti e concreti per l’Europa.

Quali sfide e opportunità vede per l'Italia in questo nuovo contesto finanziario?

L’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come leader nella transizione energetica europea, riducendo le emissioni di gas serra e investendo nelle fonti rinnovabili. Questo non solo contribuirebbe agli obiettivi globali, ma ridurrebbe anche la dipendenza italiana dai combustibili fossili, migliorando la sicurezza energetica nazionale. Tuttavia, ci sono sfide significative, come la necessità di riforme normative per favorire investimenti privati nel settore delle rinnovabili, lo sviluppo delle infrastrutture per la mobilità elettrica e il rafforzamento della collaborazione con gli altri Stati membri dell’UE per condividere tecnologie e risorse.

Quali scenari prevede per la cooperazione internazionale in materia di cambiamento climatico?

La recente elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti potrebbe rappresentare un passo indietro nella lotta ai cambiamenti climatici. Durante il suo precedente mandato, Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi e ha smantellato numerose regolamentazioni ambientali. La sua rielezione solleva preoccupazioni sulla continuità degli impegni climatici americani. Tuttavia, è importante notare che la transizione verso le energie rinnovabili e l'elettrificazione non dipende esclusivamente dagli Stati Uniti. L'Unione Europea, la Cina e altri Paesi hanno intrapreso percorsi ambiziosi verso la decarbonizzazione. Ad esempio, oltre all’implementazione da parte dell’UE del Green Deal Europeo, mirato a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la Cina ha annunciato piani per aumentare significativamente la capacità installata di energie rinnovabili nei prossimi anni. Pertanto, nonostante le possibili retromarce degli Stati Uniti, la cooperazione internazionale può proseguire attraverso l'impegno di altri attori globali. Inoltre, molte aziende e Stati federali americani continuano a sostenere iniziative climatiche, indipendentemente dalle politiche federali. Questo dimostra che l'azione climatica può avanzare su più fronti, anche in assenza di un sostegno uniforme a livello nazionale.

Infine, quali passi concreti dovrebbe intraprendere l'Italia e l’Europa per allinearsi agli obiettivi stabiliti dalla COP29 e rafforzare il proprio impegno nella lotta al cambiamento climatico?

L’Unione Europea ha adottato obiettivi climatici che vanno oltre quelli stabiliti nelle ultime COP, in particolare:

  • Riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, un target vincolante stabilito attraverso la Legge Europea sul Clima.
  • Piano "Fit for 55", un pacchetto legislativo per rivedere le normative UE sull'energia, con l’obiettivo di allinearle agli impegni climatici. Include misure per ridurre gradualmente il consumo di combustibili fossili e aumentare la quota di energie rinnovabili al 40% del mix energetico entro il 2030.
  • Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM): una tassa sulle importazioni di prodotti ad alta intensità di carbonio per prevenire la delocalizzazione delle emissioni, un passo significativo che altri blocchi regionali non hanno ancora implementato.

Gli obiettivi europei non solo sono più stringenti rispetto agli impegni condivisi a livello globale nelle COP, ma dimostrano una leadership climatica che altri Paesi, inclusi alcuni tra i più grandi inquinatori, non hanno ancora raggiunto. Questo rende l’Europa un esempio da seguire, ma pone anche una responsabilità importante agli Stati membri, Italia inclusa, di implementare politiche nazionali coerenti con questa ambizione.