L'avvento delle tecnologie digitali ha rivoluzionato profondamente la nostra esistenza, influenzando non solo il modo in cui interagiamo con il mondo esterno, ma anche le dinamiche delle nostre relazioni umane più intime. Ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale, dove il digitale permea ogni aspetto della nostra vita quotidiana, dal lavoro alla comunicazione, dall'intrattenimento alla ricerca di informazioni. Tuttavia, dietro questa rapida diffusione delle tecnologie digitali si celano motivazioni complesse e profonde che meritano di essere esplorate poiché influenzano la nostra capacità di comunicare e comprendere gli altri.
Abbiamo esplorato questo rilevante fenomeno del nostro tempo con Paolo Riva, docente di psicologia sociale presso il dipartimento di Psicologia del nostro ateneo.
Quali sono le motivazioni psicologiche dietro il successo della diffusione delle tecnologie digitali?
Il primo elemento chiave alla base della rapida diffusione delle tecnologie digitali, come smartphone e social media, è il bisogno umano fondamentale di appartenenza e connessione sociale. Queste tecnologie facilitano notevolmente tutte le fasi della gestione delle relazioni sociali, inclusa la loro creazione, mantenimento, riparazione e sostituzione. Oltre a questo, esistono numerosi altri fattori che influenzano la loro popolarità, tra questi, alcuni sono intrinseci al funzionamento delle tecnologie stesse, come il meccanismo delle newsfeed infinite e i sistemi di ricompensa randomizzata implementati nei social media, che tendono a stimolare l'interazione continua degli utenti. Altri fattori rilevanti includono il fenomeno della FoMO, acronimo di "Fear of Missing Out", ovvero la paura di essere esclusi da esperienze gratificanti vissute da altri, e la "nomofobia", o la paura di restare disconnessi dal proprio smartphone. Questi aspetti psicologici, combinati, spiegano almeno in parte il successo e la pervasività delle tecnologie digitali nella società contemporanea.
In che modo le tecnologie digitali possono connettere tra loro le persone?
Le tecnologie digitali rivoluzionano il modo in cui comunichiamo, interagiamo e coltiviamo relazioni, superando barriere fisiche e culturali. Social media come Facebook, Instagram e X (ex-Twitter), app di messaggistica come WhatsApp e Telegram, piattaforme di incontri come Tinder e OkCupid, e forum online come Reddit e Quora, sono solo alcuni esempi di come queste tecnologie facilitino la connessione tra persone. Oltre a fungere da ponti comunicativi, le tecnologie digitali possono anche diventare fonti dirette di interazione sociale. Il concetto di interazioni parasociali, un tempo limitato ai media tradizionali, si estende ora a chatbot avanzate (GPT e Replika), robot sociali come Pepper e assistenti virtuali come Siri e Alexa. Questi dispositivi offrono non solo interazioni che imitano quelle umane, ma possono anche suscitare sentimenti di affetto e appartenenza, suggerendo come le tecnologie digitali possano modulare le relazioni umane a più livelli. Attualmente, una sfida significativa per la ricerca in questo campo è determinare in quali circostanze queste interazioni tecnologiche possano promuovere il benessere psicologico e in quali possano invece comprometterlo.
Parlando di rischi legati all’uso delle tecnologie, in che modo le tecnologie digitali possono disconnettere tra loro le persone?
Le tecnologie digitali, pur ideate per collegare le persone, possono replicare e perfino incrementare la diffusione di dinamiche di esclusione, ostracismo e isolamento sociale. Il cyberbullismo è un esempio noto, dove individui vengono umiliati o molestati online in contesti in cui l’anonimato degli autori e la distanza fisica con la vittima giocano un ruolo chiave. Il "ghosting" rappresenta un'altra forma di disconnessione online, caratterizzato dall’interruzione unilaterale di una relazione senza fornire spiegazioni e ignorando qualsiasi tentativo di contatto da parte dell’interlocutore. Le persone dichiarano di mettere in atto il ghosting perché alcune piattaforme, come le app di dating, sembrano suggerire questa modalità di fine della relazione, perché è più conveniente, veloce e non richiede un confronto con l’altra persona, oppure per proteggersi da eventuali reazioni aggressive o ancora per non fare del male all’altra persona comunicandole un rifiuto esplicito. Infine, nel contesto offline, il "phubbing" descrive l'ignorare le persone per concentrarsi sul proprio smartphone, a volte come reazione a sentimenti negativi come noia o imbarazzo, altre volte in risposta a norme sociali. Sia ghosting che phubbing, come forme di ostracismo digitale, hanno effetti deleteri sulla psiche e sulle relazioni, suggeriti da sempre più studi.
In definitiva, le tecnologie digitali fanno bene o fanno male alle relazioni sociali?
L'effetto delle tecnologie digitali sulle relazioni sociali non è universalmente positivo né negativo; come spesso accade dipende da come vengono utilizzate. Secondo l'ipotesi dei Riccioli d'Oro digitali (Digital Goldilocks Hypothesis), un uso moderato delle tecnologie può effettivamente sostenere il benessere psicologico. Questa teoria propone che, mentre un uso eccessivo o insufficiente delle tecnologie può avere conseguenze negative, un livello equilibrato può offrire benefici, migliorando la comunicazione e mantenendo i legami sociali. Altri studiosi notano anche che le tecnologie online possono arricchire le relazioni sociali quando amplificano le interazioni faccia a faccia già esistenti o quando permettono a chi è isolato di formare nuovi legami, anche se solo superficiali. Tuttavia, possono anche essere dannose quando inducono le persone a sostituire le interazioni dirette e significative con connessioni online meno profonde. In definitiva, l'impatto delle tecnologie digitali sulle relazioni dipende dalla loro integrazione nella vita sociale degli individui e dall'equilibrio tra interazione virtuale e personale.
Partecipa!
Paolo Riva sarà ospite il 13 maggio di Pint of Science, il festival internazionale della scienza che si svolge nei principali pub cittadini, per discutere di queste tematiche.
L’evento sarà accessibile in LIS, la lingua dei segni italiana, in collaborazione con lo spazio B.Inclusion attivo nel nostro ateneo.
Le nostre interpreti saranno presenti anche in altre serate, consulta tutto il palinsesto di eventi Pint of Science.
Se sei appassionato di linguistica e desideri immergerti in un mondo affascinante per abbattere le barriere comunicative e favorire l'integrazione sociale, puoi scoprire di più sul nostro corso di laurea triennale per diventare un interprete e traduttore qualificato in queste lingue, qui trovi tutte le informazioni :