Tra i fattori che influenzano l’ambiente in cui viviamo e la qualità della nostra vita, sempre più importanza riveste il tema della mobilità. Ci spostiamo per andare a lavorare e per tornare a casa, ma anche per studiare, viaggiare e soddisfare tanti altri interessi che coinvolgono anche la socialità. Pedoni, ciclisti, utenti dei trasporti pubblici, conducenti e automobilisti: per tutti noi, indipendentemente da come decidiamo di spostarci e da quale mezzo scegliamo di usare, la sicurezza costituisce una condizione fondamentale per il nostro benessere.
Approfondiamo alcuni aspetti sul tema della sicurezza stradale con Matteo Colleoni, delegato della Rettrice per la Sostenibilità e Mobility Manager dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Professore, cosa ci dicono i dati più recenti in tema di sicurezza stradale?
I dati nazionali ISTAT del 2022 restano inferiori ai livelli antecedenti alla pandemia ma non sono rassicuranti dal momento che si registra una crescita del numero di incidenti stradali: 165.889 rispetto al dato del 2021, 151.875, e a quello ancora più basso del 2020, 118.298.
Stiamo purtroppo tornando alla fase antecedente alla pandemia che, sebbene avesse indotto un aumento della mobilità privata, aveva pure determinato una sensibile diminuzione dei volumi complessivi del traffico, con una conseguente riduzione di incidenti, morti e feriti.
Se paragoniamo i valori attuali a quelli di vent’anni fa, possiamo invece vedere come il tasso di mortalità sia sensibilmente sceso, grazie a diversi fattori che vanno dal continuo miglioramento dei sistemi di sicurezza sulle autovetture al sistema di rilevamento delle violazioni del Codice della Strada e alle relative sanzioni.
La ripresa della mobilità nel 2022 segna però una tendenza che rende molto difficile il raggiungimento degli obiettivi definiti dall’Unione europea: dimezzare entro il 2030 il numero di vittime rispetto al 2019, fino all’azzeramento nel 2050.
Quali sono le principali cause degli incidenti?
Oltre alla distrazione alla guida, tra le prime cause possiamo individuare anche il mancato rispetto delle regole, soprattutto il rispetto della precedenza, e la velocità troppo elevata.
Gli interventi attuabili sono diversi, a partire dal versante tecnologico: oggi i nuovi veicoli, compresi bus e mezzi di trasporto pubblico, sono sempre più sicuri e attrezzati con sofisticati sistemi di sicurezza che aiutano a prevenire gli incidenti. Tutto questo però non accade per le biciclette, gli altri mezzi di micromobilità e i veicoli più datati.
È importante, inoltre, che l’innovazione tecnologica al servizio della sicurezza non sia applicata solo ai singoli mezzi ma coinvolga le infrastrutture in modalità progettuale e sistemica: su questo frangente si può sicuramente fare di più per rendere sicuri gli incroci, le strade, gli attraversamenti e, ove presenti, le piste ciclabili.
Come intervenire sui fattori comportamentali?
Sul mancato rispetto delle regole e sui fattori comportamentali, intervengono due tipologie di interventi: una formazione educativa in un’ottica preventiva e poi una risposta punitiva, successivamente all’accertamento della trasgressione.
Quando si guida un veicolo a motore non bisogna sottostimarne il peso rilevante e la velocità, così come è importante comprendere le conseguenze di uno scontro, gravi per tutti e pericolosissime per i soggetti più deboli, pedoni e ciclisti che devono essere maggiormente tutelati. Il casco integrale è uno strumento di protezione fondamentale per limitare l’entità delle lesioni al viso e agli organi di senso coinvolti. In generale è importante aumentare conoscenza e consapevolezza in merito agli aspetti comportamentali e ai processi cognitivi coinvolti nelle dinamiche della mobilità.
Il tasso di mortalità annua in Italia era di 48,6 morti per milione di abitanti nel 2021 e sale nel 2022 al 53,6, decisamente sopra la media europea 46,3. Paesi più virtuosi, come Svezia (21,7), Danimarca (26) e Germania (33,4), presentano tassi più bassi: hanno lavorato in passato su fronti differenziati, raggiungendo risultati positivi che a loro volta incoraggiano e autoalimentano politiche finalizzate a preservare e migliorare la qualità dell’ambiente, del trasporto pubblico e dello spazio urbano.
Quale ruolo può giocare l’Università nel campo della sicurezza stradale?
Nella cornice delle iniziative di ricerca del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile MOST, l'Università di Milano-Bicocca ha istituito l’Osservatorio nazionale sulla mobilità scolastica, assieme al Politecnico di Bari, al quale aderiscono, tra gli altri, il Ministero per l’Università e la Ricerca, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’Osservatorio risponde alla finalità di sistematizzare le informazioni su fonti e dati relativi a mobilità, accessibilità e sicurezza scolastica, anche al fine di promuovere nuovi studi e indagini sulla domanda di mobilità scolastica e universitaria, di condividere le informazioni sui programmi di intervento e diffondere iniziative tra e con gli aderenti e altri soggetti esterni.
Un’ulteriore considerazione merita la complessità della mobilità attuale. Studenti, giovani, anziani, lavoratori: nelle nostre città si muovono varie categorie di persone con esigenze e modalità diverse. Due categorie estremamente a rischio, per motivi diversi, sono gli anziani, in quanto più fragili, e i giovani, meno esperti, che presentano un tasso di mortalità stradale più elevato. Per tutti la formazione specifica può assumere un ruolo sempre più rilevante in tema di scelte di mobilità sostenibile e sicura.
La Rettrice Giovanna Iannantuoni sostiene le tante iniziative attive nel nostro Ateneo, tra cui la Summer School MUST dove proponiamo una visione della sicurezza a 360 gradi con il supporto di psicologi e medici. In concomitanza all’avvio dei semestri didattici, inoltre, tutti gli studenti dell’Ateneo sono invitati a partecipare ad una lezione appositamente dedicata a questi temi.
Il rapporto con il territorio è un altro punto fondamentale su cui concentrare concretamente i nostri sforzi per individuare e studiare sul campo le caratteristiche e le criticità dei flussi degli spostamenti che si snodano intorno al nostro Ateneo, come sempre in stretta collaborazione con la Polizia Stradale.
In una visione più ampia, ricordo che Bicocca affronta il tema della mobilità locale sostenibile, accessibile e sicura anche attraverso l’attività dell’Ecosistema MUSA (Multilayered Urban Sustainability Action) di cui è ente capofila.
Foto - Agenzia Fotogramma