Atletica, uno specializzando di Medicina dello Sport protagonista nell’eurostaffetta d’oro - Bnews Atletica, uno specializzando di Medicina dello Sport protagonista nell’eurostaffetta d’oro

Atletica, uno specializzando di Medicina dello Sport protagonista nell’eurostaffetta d’oro

Atletica, uno specializzando di Medicina dello Sport protagonista nell’eurostaffetta d’oro
I quattro staffettisti: da sinistra Sebastiano Parolini, Marta Zenoni, Sintayehu Vissa e Pietro Arese (Foto Grana/FIDAL)

Vincere la medaglia d’oro nella staffetta mista agli Europei di cross (corsa campestre) ad Antalya, Turchia, all’esordio nella nazionale assoluta. E intanto approfondire, all’Università di Milano-Bicocca, le proprie conoscenze sulla medicina delle attività fisico-motorie e sportive, dalla tutela della salute di chi le pratica al miglioramento delle relative performance. Per Sebastiano Parolini, 26 anni, di Gandino (Bergamo) non c’è distinzione tra professione e materia di studio. Atleta del Gruppo Alpinistico Vertovese, campione italiano in carica di cross corto e da domenica anche europeo di cross - staffetta mista (vinta insieme a Marta Zenoni, Sintayehu Vissa e Pietro Arese), Parolini è iscritto al secondo anno della scuola di specializzazione di Medicina dello Sport e dell’Esercizio fisico, diretta dalla professoressa Lia Crotti. Una scuola che fornisce competenze sulla fisiopatologia delle attività motorie secondo le diverse tipologie di esercizio fisico, sulla valutazione funzionale, sulla diagnostica e sulla clinica legate alle attività motorie e sportive nelle età evolutiva, adulta ed anziana e negli stati di malattia e di disabilità. Inoltre la medicina dello sport ha la grande responsabilità di effettuare gli screening medico-sportivi per individuare atleti a potenziale rischio di arresto cardiaco e morte cardiaca improvvisa.  Parolini era all’esordio nella nazionale assoluta, dopo avere già disputato gli Europei di cross da under 20 nel 2017 e under 23 nel 2019, con l’argento a squadre.

I quattro staffettisti oro ad Antalya: da sinistra Sebastiano Parolini, Pietro Arese, Marta Zenoni e Sintayehu Vissa (Foto Grana/FIDAL)
I quattro staffettisti oro ad Antalya: da sinistra Sebastiano Parolini, Pietro Arese, Marta Zenoni e Sintayehu Vissa (Foto Grana/FIDAL)

Buona la prima, dunque?

Sì, è stato un “buon” esordio. Avevamo studiato la gara a tavolino, fin dal nostro ordine di partenza, senza sapere fino all’ultimo l’ordine dei nostri concorrenti. Prima io, poi Marta, Sintayehu e frazione finale con Pietro. L’obiettivo della mia frazione era di stare a contatto con i più forti davanti e ci sono riuscito. Ho dato il cambio a Marta che ero al quarto posto a soli due secondi dal primo, ma già con un buon distacco su quelli dietro. Le nazioni in gara erano dodici in tutto.

Come si era preparato?

Vincendo in autunno le tre gare di selezione. Non era così scontato riuscirci ma ce l’ho fatta e sono arrivato in un’ottima forma agli Europei. Nel team, inoltre, si era già qualificato Pietro Arese, finalista olimpico a Parigi sui 1500 metri piani, nei quali ha stabilito due volte quest’anno il nuovo record italiano. Anche Sintayehu Vissa aveva da poco infranto il record italiano nei 1500 metri, che resisteva da più di 40 anni. Le sensazioni erano davvero buone. La gara le ha confermate.

Pietro Arese in un momento della gara (Foto Grana/FIDAL)
Pietro Arese in un momento della gara (Foto Grana/FIDAL)

Dalla gara alla specializzazione. Perché si è iscritto alla scuola di Medicina dello Sport e dell’Esercizio fisico di Milano-Bicocca?

Pratico atletica di medio e alto livello da quando sono bambino. Forse ispirato anche dai miei genitori, entrambi infermieri, sono sempre stato sempre affascinato dall’aspetto performativo della medicina, che ho avuto modo di conoscere durante i test svolti nei raduni con la Fidal, la Federazione italiana di Atletica leggera: la possibilità di portare al 110% di forma atleti già al 100%. Approfondire la fisiologia della performance sportiva mi è utile anche negli allenamenti e nelle gare. Dopo essermi laureato in Medicina all’Università di Brescia, ho scelto Milano-Bicocca per specializzarmi, apprendere le competenze e fare l’esperienza necessaria per riuscire un giorno a lavorare nell’ambito della federazione, a livello nazionale o regionale, a fianco di altri sportivi.

Ha già messo alla prova quanto appreso?

Grazie alla scuola di specializzazione ho avuto la possibilità di seguire le gare e gli allenamenti degli atleti della FISI-Federazione italiana sport invernali. Sono stato in Colorado e Nuova Zelanda, per la coppa del mondo di freestyle. Ho avuto modo di incrociare Federica Brignone e Dominik Paris, durante i loro allenamenti su pista.

Cosa ti ha maggiormente colpito finora del corso di specializzazione?

Tutta la parte riguardante la cardiologia, che nella scuola di specialità di Milano-Bicocca si svolge in collaborazioni con l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano, con l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda e con l’IRCCS Centro Cardiologico Monzino. I test del lattato e cardiopolmonari, la traumatologia sportiva. In questo periodo, come turnazione, sono impegnato in ambito ortopedico.

Prossime gare?

I campionati italiani di corsa campestre a marzo a Cassino. Dovrò difendere il titolo vinto quest’anno.