Arte, strumento di connessione: Rita Capurro, docente di Bicocca, alla guida del Museo e Tesoro del Duomo di Monza - Bnews Arte, strumento di connessione: Rita Capurro, docente di Bicocca, alla guida del Museo e Tesoro del Duomo di Monza

Arte, strumento di connessione: Rita Capurro, docente di Bicocca, alla guida del Museo e Tesoro del Duomo di Monza

Arte, strumento di connessione: Rita Capurro, docente di Bicocca, alla guida del Museo e Tesoro del Duomo di Monza
Corona_Ferrea

Dall’iconica Corona Ferrea al ciclo di affreschi dedicato alla regina Teodolinda, dalle vicende della Monaca di Monza a quelle della mummia di Estore Visconti, il Museo e Tesoro del Duomo di Monza raccoglie uno straordinario patrimonio artistico che si intreccia profondamente con la storia non solo della Lombardia e dell'Italia, ma anche dell'Europa.

Capurro

Dal 1 settembre Rita Capurro, docente di Turismo e Patrimonio culturale presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale di Milano-Bicocca, è la neodirettrice del Museo e Tesoro del Duomo di Monza: la incontriamo per parlare di questa sua nuova avventura e capire quale ruolo può giocare l’istituzione museale in un territorio geograficamente così vicino all’Ateneo.

Direttrice, cosa rappresenta il patrimonio che è stata chiamata a gestire?

L’insieme delle collezioni assume un grande valore, non solo da un punto di vista storico e artistico, ma anche per il forte legame con l’identità del territorio: la comunità lo percepisce con un senso di appartenenza. Oltre alla Corona Ferrea, un simbolo che ci rappresenta non solo in Italia ma nel mondo, colpisce la varietà delle collezioni.

Cappella di Teodolinda, veduta generale dell’interno; Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi
Cappella di Teodolinda, veduta generale dell’interno; Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi

Gli affreschi della Cappella Zavattari del Duomo, dedicata alla regina longobarda Teodolinda, raccontano di una figura femminile di grande rilevanza, di provenienza germanica, che ha improntato la sua azione ad una sapiente diplomazia, tesa a favorire relazioni pacifiche in tempi difficili.

Oltre al Museo, la Fondazione Gaiani, che dal 2007 regge questa storica istituzione monzese, ha come missione principale la valorizzazione del patrimonio storico e artistico del Duomo e di altre chiese cittadine, come ad esempio San Maurizio in Santa Margherita, la cui storia interseca le vicende della Monaca di Monza; è qui infatti che nel 1591 Marianna De Leyva prese i voti e divenne Suor Virginia. Sono molto appassionata e legata al turismo letterario, con piacere segnalo che la chiesa di San Maurizio è stata inserita dal FAI tra “I Luoghi del Cuore” 2024 ed è possibile votarla e sostenerla.

Come intende valorizzare il patrimonio del Museo?

Con l’aiuto e il supporto del prezioso staff che lavora nel Museo, vorrei puntare su una strategia museale che, oltre alla valorizzazione delle collezioni in ampia parte già così note, miri ad offrire al pubblico anche la possibilità di visitare mostre temporanee, partecipare ad eventi ed attività laboratoriali.

Non solo, il Museo infatti può ricoprire un ruolo centrale sul fronte didattico e, proprio con questa finalità, stiamo lavorando per riattivare una serie di servizi educativi con lo scopo di avviare un percorso di educazione al patrimonio culturale, stimolare la partecipazione attiva del pubblico e in particolare dei più giovani.

Produzione tardo romana, Chioccia con sette pulcini, lamina d’argento su anima di legno, gemme e vetri, basamento di rame dorato, IV-VII secolo, Museo e Tesoro del Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Raffaello Brà
Produzione tardo romana, Chioccia con sette pulcini, lamina d’argento su anima di legno, gemme e vetri, basamento di rame dorato, IV-VII secolo, Museo e Tesoro del Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Raffaello Brà

Altri aspetti che desidero sviluppare, e ai quali tengo molto, sono l’inclusività e l’accessibilità dei nostri spazi e delle nostre attività. Vogliamo porre grande attenzione nella cura della relazione con il pubblico, al fine di comprenderne meglio i bisogni e rispondere in modo sempre più adeguato.

Didattica, curatela e museo diffuso: l’esperienza maturata in Bicocca come potrà influire sul suo lavoro?

L’esperienza maturata con il MuDiB, il Museo Diffuso Bicocca, nato all’interno di una giovane università e caratterizzato da una collezione non convenzionale, ha rappresentato un importante percorso di riflessione e valorizzazione dei patrimoni materiali e immateriali presenti nel campus. Questo lavoro, al fianco della delegata della Rettrice per le attività museali, Franca Zuccoli, si è rivelato utile per affrontare con maggiore consapevolezza il mio attuale incarico.

L’esperienza all’interno del Bi-PAC, il Centro Interdipartimentale di Ricerca per il Patrimonio Artistico e Culturale dell’Università, mi ha fornito una solida base interdisciplinare. La possibilità di collaborare con esperti provenienti da vari ambiti ha arricchito il mio modo di concepire la valorizzazione del patrimonio culturale, integrando metodi diversificati per far fronte alle sfide legate alla conservazione, alla fruizione e alla comunicazione del patrimonio.

A cosa servono i musei oggi?

Sala del Rosone, veduta generale; Museo e Tesoro del Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi
Sala del Rosone, veduta generale; Museo e Tesoro del Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Piero Pozzi

Queste esperienze mi hanno insegnato a sviluppare approcci più dinamici e partecipativi e a riflettere su come le tecnologie e le collaborazioni possano trasformare il museo in un luogo di incontro, studio e ricerca, anche universitaria. L’istituzione museale può diventare strumento di connessione con le comunità, le istituzioni e il territorio, attivando una rete di relazioni.

Ci riproponiamo di cogliere le occasioni e di aderire agli eventi che offrono l’opportunità di fare rete, come l’inserimento del nostro Museo nella piattaforma City Pass di Yes Milano, che offre la possibilità di spostarsi con i mezzi pubblici nel capoluogo lombardo e di conoscere anche l’offerta turistica e culturale di Monza.

Può farci un esempio di ricerca universitaria applicata al patrimonio museale?

Il primo incontro a Monza in veste di direttrice è stato proprio con un docente di Bicocca, il dottor Michele Riva che mi ha messo a conoscenza del progetto a cui sta collaborando, relativo alla figura del cavaliere Estore Visconti (1346- 1413), figlio naturale di Bernabò Visconti. Il corpo mummificato del condottiero, conservato per oltre tre secoli in una nicchia nel chiostrino del Duomo di Monza, è diventato da qualche tempo oggetto di analisi specifiche che vede coinvolte le università Statale e Bicocca. Al termine di questa fase di studio, allestiremo all’interno del Museo un nuovo spazio espositivo, appositamente dedicato alla mummia dello storico signore di Monza.

La Biblioteca Capitolare di Monza e l'Archivio Storico del Museo sono due risorse di straordinario valore. Può raccontarci quale ruolo ricoprono oggi e perché sono così importanti?

La Biblioteca Capitolare di Monza, a breve oggetto di una nuova accurata catalogazione, rappresenta da sempre un centro di intensa attività culturale e didattica per la città. Risulta importante sotto tanti punti di vista: per il valore artistico, storico e per la qualità del materiale documentario che conserva 1000 volumi tra codici manoscritti, incunaboli, cinquecentine, diplomi, pergamene e volumi a stampa. Fin dalla sua fondazione si è orientata alla formazione del clero, come documentano i numerosi codici destinati alle celebrazioni liturgiche e alla formazione scolastica.

L'Archivio Storico del Museo custodisce documenti di inestimabile valore e documenta l'evoluzione del Museo, dandoci la possibilità di trovare corrispondenza tra i volumi e i beni delle collezioni, oltre a raccontarci la trasformazione anche sociale ed economica del territorio.

Entrambe le realtà sono strumenti vivi di ricerca e conoscenza, che permettono di approfondire le nostre radici culturali e favorire una comprensione profonda del passato, rendendo tangibile la memoria storica per le generazioni future. La mia intenzione è far conoscere sempre più questi luoghi e le loro collezioni, trattando i documenti originali con la dovuta cautela e utilizzando le fonti documentali per una didattica scientifica, coinvolgente e accessibile. Un passo alla volta, sono arrivata da poco.

Qualche anticipazione in merito ad una prossima mostra?

Dal 18 gennaio esporremo le tavole del 1478 dell’artista lombardo Stefano de' Fedeli, con le raffigurazioni de Santi Pietro e Paolo e della Decollazione di San Giovanni, insieme alla tavola con i Santi Caterina e Benedetto, facente parte dello stesso polittico, e oggi conservata al Museo del Duomo di Vigevano. Attualmente la mostra è allestita proprio a Vigevano ed è frutto di una sinergica collaborazione tra le Diocesi, i Musei e Tesoro del Duomo delle due città, la Fondazione Gaiani e Regione Lombardia. Si tratta davvero di un’occasione unica per ammirare questa straordinaria opera, smembrata in tempi remoti, e riunita per ricomporre il registro inferiore del polittico dorato di San Giovanni Decollato del Duomo di Monza.


Foto in copertina: Manifattura ostrogota e carolingia, Corona Ferrea, oro, gemme, smalti e un anello metallico, V-IX secolo; Cappella di Teodolinda, Duomo di Monza. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza/foto Raffaello Brà


Articolo di Chiara Bulfamante e Alessandra Scarazzato