La ricerca è cooperazione. Accade quotidianamente che i componenti dei team si scambino i risultati della propria parte di lavoro. Può accadere, però, che si crei un altro tipo di necessità, di carattere pratico. E se anche in questo caso è auspicabile una collaborazione, meno scontato è che il risultato arrivi a stretto giro di… mail. Invece è proprio quello che è accaduto nei giorni scorsi in Bicocca. A raccontarlo è Chiara Liliana Boldrini, tecnico del laboratorio Mib-solar. «Il profilometro ha smesso improvvisamente di funzionare». A causare il blocco dello strumento che consente di misurare lo spessore e la rugosità di una superficie è stato un guasto al computer utilizzato per gestirlo. «Dopo ventun’anni di onorato servizio può accadere che un pc decida di fermarsi. I Sistemi informativi si sono immediatamente dati da fare per cercare di risolvere il problema. Hanno recuperato un computer con una scheda madre analoga a quella del pc guasto, ma non c’è stato modo di farlo interfacciare con il profilometro. Allo stesso modo sono risultati vani i tentativi di utilizzare una macchina con un altro sistema operativo».
Andati a vuoto anche i tentativi di ricevere assistenza dalla casa produttrice dell’apparecchio, a causa dei passaggi societari avvenuti in questi anni, l’unica strada percorribile per poter continuare ad utilizzare il profilometro è parsa quella di lanciare un SOS su scala mondiale. «Sapevamo che questo strumento è ancora impiegato in alcuni laboratori all’estero. Con una semplice ricerca su Google ne abbiamo individuati alcuni. Così abbiamo contattato le Università che utilizzano il nostro stesso profilometro e la sorpresa è stata grande quando abbiamo riscontrato l’immediata disponibilità a collaborare alla soluzione del problema».
Proprio come avviene nelle grandi emergenze internazionali, si è messa in moto la macchina dei soccorsi. «Nell’arco di ventiquatt’ore due università statunitensi (University of Louisville e University of Texas di Dallas), una ungherese (University of Szeged) e una svizzera (Paul Scherrer Institut) ci hanno inviato una versione del software che consentisse ai nostri computer di collegarsi al profilometro. I nostri Sistemi hanno recuperato la licenza dal computer fuori uso e hanno proceduto all’installazione. Risultato: il nostro strumento funziona meglio di prima».
La disponibilità disinteressata di tanta parte della comunità scientifica internazionale rappresenta una bella testimonianza dei valori che sono alla base della ricerca. «A loro e al dottor Roberto Giglio del settore Sistemi e Risorse - conclude Chiara Liliana Boldrini - va il nostro grazie per l’impegno profuso».