L'antibiotico-resistenza è oggi una delle minacce più gravi per la salute globale. Un recente studio pubblicato su Lancet prevede che le infezioni causate da batteri resistenti alle terapie antibiotiche potrebbero portare a 39 milioni di decessi nel mondo nei prossimi 25 anni, se non si interviene con politiche adeguate. Mentre i progressi nella riduzione delle infezioni pediatriche sono incoraggianti, la situazione per la popolazione anziana si sta facendo più critica, e la prevenzione diventa più che mai necessaria.
Abbiamo chiesto a Clementina Cocuzza, docente di Microbiologia Clinica presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia del nostro Ateneo, un approfondimento.
Professoressa Cocuzza, quali sono le principali cause che stanno alimentando l'aumento dell'antibiotico-resistenza?
La principale causa è stata un uso eccessivo, e spesso inappropriato, degli antibiotici in ambito sia medico che veterinario. Questo ha sottoposto i batteri ad una pressione selettiva, favorendo l’insorgenza di patogeni resistenti, sempre più spesso associata ad una contemporanea resistenza a più classi di farmaci antibatterici definita come “multidrug-resistance” o multi-resistenza. Si tratta di un fenomeno particolarmente diffuso in ambito ospedaliero, nelle cosiddette “Infezioni Correlate all’Assistenza” (ICA), in cui l’antibiotico-resistenza determina livelli più alti di mortalità e morbilità nei soggetti coinvolti, oltre a un aumento dei costi sanitari.
L’aumento dell’età media della popolazione, associato ad un maggior rischio di infezioni gravi e di eventi legati all’ospedalizzazione, ha ulteriormente incrementato l’uso di farmaci antibatterici, favorendo l’insorgenza e la diffusione di patogeni multi-resistenti all’interno di ospedali e di altre strutture sanitarie, come le case residenziali per anziani. Infine la globalizzazione, con l’incremento del numero di viaggi e di spostamenti internazionali, ha ulteriormente contribuito alla diffusione di patogeni antibiotico-resistenti senza limiti geografici.
Quali strategie possiamo adottare in Italia per prevenire l'uso eccessivo di antibiotici?
Occorrono misure più efficaci per la prevenzione ed il controllo delle infezioni, evitando così di dover ricorrere all’uso di farmaci antibatterici. Inoltre, è importante migliorare la consapevolezza del personale sanitario e della popolazione sull’uso appropriato degli antibiotici, attraverso programmi di formazione ed informazione sui possibili rischi e ricadute di un uso eccessivo.
Infine, è importante rafforzare a livello nazionale le attività di sorveglianza del fenomeno dell'antibiotico-resistenza e dei patogeni associati sia in ambito ospedaliero sia comunitario, per promuovere la conoscenza ed ottimizzare la scelta e l’uso degli agenti antimicrobici sia nel campo della salute umana sia in quella animale, in un approccio “One Health” che integri la salute umana, animale e ambientale .
A tal proposito il Laboratorio di Microbiologia e Virologia Clinica dell’Università di Milano-Bicocca contribuisce attivamente alla sorveglianza clinica ed ambientale dell’antibiotico-resistenza a livello regionale, anche attraverso la partecipazione al Progetto Europeo “EU Wastewater Integrated Surveillance for Public Health” (EU-WISH) nell’ambito del programma “EU4HEALTH” e al progetto PNRR (Bando a Cascata COC-1-2023-ISS-01) dal titolo “Severe Infections and Sepsis clinical NEtwork for identification of clinical and diagnostic markers, immunological monitoring and “Target and tailored” therapies for adults, children and patients admitted to intensive care units” (SIS-NET) che prevede la costituzione di una rete di sorveglianza clinica delle infezioni gravi con un monitoraggio anche delle infezioni gravi associate a patogeni antibiotico-resistenti.
Il progresso della ricerca farmaceutica è sufficiente a contrastare questo fenomeno? Ci sono nuove soluzioni promettenti?
La ricerca e l’innovazione in ambito farmaceutico sono fondamentali nel contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, con particolare riferimento allo sviluppo di nuovi farmaci ad attività antibatterica efficaci nel trattamento delle infezioni associate a patogeni multiresistenti, come quelli indicati nella Bacterial Priority Pathogen List 2024 dell’OMS.
E’ necessario sviluppare nuove strategie per incentivare ricerche no-profit e investimenti privati, coinvolgendo partenariati pubblico-privato, fondazioni e università, in grado di fornire un maggiore supporto alla comprensione dei meccanismi di antibiotico-resistenza, alla ricerca e allo sviluppo di nuove molecole ad attività antimicrobica e all’implementazione di trial clinici per autorizzare l’immissione sul mercato di nuovi antibiotici.
A tale proposito il nostro gruppo di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca è impegnato attivamente nello sviluppo di nuove molecole antimicrobiche, testimoniato da una famiglia di brevetti internazionali concessi dal titolo "Novel 1,2,4-oxadiazol compounds active against Gram-positive pathogens" relativi ad una nuova e più attiva serie di composti della classe degli ossazolidinoni attualmente in fase preclinica avanzata grazie alle attive collaborazioni con partner di ricerca internazionali e industrie farmaceutiche.
Quali sono le fasce di popolazione più vulnerabili in questo scenario e come possiamo proteggerle?
Come indicato nello studio pubblicato di recente su Lancet, i dati a livello mondiale nel periodo tra il 1990 ed il 2021 hanno mostrato una riduzione di oltre il 50% delle morti associate all’antibiotico-resistenza nei bambini sotto i 5 anni di età mentre sono aumentati di oltre l’80% quelle negli anziani dai 70 anni in su. Gli anziani risultano pertanto essere i più vulnerabili, in una popolazione come quella italiana in cui gli ultrasettantenni sono in costante aumento, con una più alta incidenza di malattie croniche sottostanti, quali patologie infiammatorie e polmonari croniche, diabete senile e malattie oncologiche, che predispongono ad un maggior rischio di infezioni e di ricoveri ospedalieri.
Per proteggere gli anziani è importante in generale la promozione della salute, tramite una corretta nutrizione, l’eliminazione di fattori di rischio quali il fumo e la partecipazione ai programmi di screening oncologici. Per tutti, è fondamentale migliorare la conoscenza e la consapevolezza sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni, come la partecipazione a programmi di vaccinazione, e sul corretto uso di antibiotici e disinfettanti.