Fondamentali per difendere l’uomo dalle infezioni e dai batteri, gli antibiotici possono però perdere la loro efficacia se utilizzati in modo scorretto. In vista della Settimana mondiale di sensibilizzazione all’uso responsabile degli antibiotici promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (13-19 novembre), abbiamo rivolto qualche domanda a Rosario Musumeci, ricercatore e microbiologo del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca.
L’impiego "massiccio" di antimicrobici in medicina umana e veterinaria ha accelerato la diffusione di microrganismi resistenti, soprattutto in Europa. Quali azioni sono state intraprese per ridurre questo rischio?
Numerose sono le azioni intraprese da diversi anni sia da enti pubblici sia da organizzazioni scientifiche, volte da un lato a sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti del crescente fenomeno dell'antibiotico-resistenza, dall'altro ad aumentare i controlli sull'uso improprio a diversi livelli. L'ultima in ordine cronologico da parte dell'unione europea è il Piano d'azione europeo "One Health" contro la resistenza antimicrobica che si fonda su tre pilastri: fare dell'UE una regione che si distingua per le migliori pratiche applicate contro il fenomeno dell'antibiotico-resistenza; accelerare la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione; formare l'agenda globale.
Gli antibiotici servono a difenderci da batteri e infezioni, ma perdono di efficacia se ne abusiamo o li utilizziamo in modo inappropriato. Quali sono allora le “buone regole” da seguire per evitare errori?
Per prevenire e controllare la diffusione della resistenza agli antibiotici, è importante usare determinate accortezze come, per esempio, usare gli antibiotici solo quando vengono prescritti da un professionista sanitario e seguire sempre i consigli del medico curante, evitando di utilizzare gli antibiotici residui. Prevenire le infezioni regolarmente lavando le mani, evitando gli stretti contatti con i malati e mantenendo aggiornate le vaccinazioni. Inoltre, quando cuciniamo dobbiamo separare i cibi crudi da quelli cotti, cuocere a fondo, conservare gli alimenti a temperature sicure e utilizzare acqua e materie prime sicure. E' importante, poi, scegliere cibi che sono stati prodotti senza l'uso di antibiotici per la promozione della crescita o per la prevenzione delle malattie negli animali sani.
Altre azioni possono e dovrebbero essere intraprese invece dai politici, i professionisti della salute e infine dalle industrie farmaceutiche.
Altre azioni possono e dovrebbero essere intraprese invece dai politici, i professionisti della salute e infine dalle industrie farmaceutiche.
E per quanto riguarda gli antimicrobici ingeriti mediante il consumo di carne esistono azioni preventive?
Puntando l'attenzione verso le aziende produttrici di carne, va ricordato che possono somministrare gli antibiotici agli animali solo sotto supervisione veterinaria. Come dicevamo, non possono essere utilizzati per promuovere la crescita o per prevenire le malattie negli animali sani ed è preferibile vaccinare gli animali per ridurre la necessità di antibiotici. Infine, è importante migliorare la biosicurezza nelle aziende agricole e prevenire le infezioni attraverso una igiene accurata.
Dal 13 al 19 novembre ci sarà la settimana Mondiale di sensibilizzazione all’uso responsabile degli antibiotici, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), In che modo il nostro Ateneo è coinvolto?
Da tre anni a questa parte, attraverso l'iniziativa “Curiosamente - appuntamenti culturali a Villa Forno”, organizzata dalla Biblioteca di Ateneo, l'Università offre la possibilità di informare e discutere con la cittadinanza del fenomeno dell'antibiotico-resistenza e del suo superamento e lo fa proprio nella stessa settimana dell'anno che l'OMS dedica all'uso consapevole e responsabile degli antibiotici. Vi aspetto lunedì 13 novembre a Villa Forno, all’incontro "Antibiotici: promuoviamo l’uso prudente".