Laureata in Bicocca con 110 e lode, Annalisa Bergna è biologa presso il Laboratorio di Malattie Infettive dell’Ospedale L. Sacco di Milano, dove dal 2017 si occupa della gestione di protocolli clinici e svolge attività di ricerca. Il “ceppo italiano” del Coronavirus COVID19 è stato isolato anche per merito suo.
È la più giovane del gruppo: 29 anni. Viene da Paderno Dugnano, piccolo comune del milanese che per voce del suo sindaco ha già espresso ammirazione nei confronti della ricercatrice e di tutte le sue colleghe che hanno portato una ventata di ottimismo nello scenario di sconforto provocato dal propagarsi dell’epidemia.
L’ospedale Sacco, centro di riferimento meneghino per le malattie infettive, è stato fulcro delle cronache per parecchi giorni. Anche dall’esterno sono stati percepiti dei momenti difficili e di tensione, poi è arrivato il buon risultato di questa equipe.
«Abbiamo provato tanta soddisfazione – racconta Annalisa – anche se in fondo non è niente di nuovo, non siamo i primi né saremo gli ultimi ad aver isolato un virus. La situazione di emergenza in cui ci siamo trovati, in cui tutto deve essere fatto con la massima urgenza, ha amplificato tutte le emozioni: sia quelle belle che quelle brutte. Ovviamente ora il lavoro va avanti perché questo è solo un primo tassello».
Già all’ospedale Spallanzani di Roma, dove il mese scorso era stato isolato il virus, era emersa precarietà dei ricercatori italiani. Anche le ricercatrici del Sacco vivono la stessa situazione e auspicano ora una sensibilizzazione dell’opinione pubblica anche grazie a questi risultati ottenuti. Ci confida Annalisa: «Speriamo ora si smuova qualcosa a livello generale, per tutti i ragazzi come me».
Fresca di esperienza in Bicocca, le abbiamo chiesto quali siano i suoi ricordi più piacevoli legati all’Ateneo. Il primo pensiero corre alle amicizie instaurate, che ancora porta avanti, in particolar modo quelle venutesi a creare durante la settimana di stage alle Maldive, presso il MARHE Center... «e la competenza dei professori, con cui mi sono sempre trovata bene. Se dovessi scegliere rifarei esattamente il percorso che ho fatto».
I programmi per il futuro? «Sicuramente rimanere nell’ambito della Ricerca e poi pensavo a un master».