Allergie stagionali: diagnosi, prevenzione e trattamento - Bnews Allergie stagionali: diagnosi, prevenzione e trattamento

Naso chiuso, prurito agli occhi, infiammazione delle mucose, tosse. Ecco i sintomi più comuni che ci fanno capire che quel periodo è arrivato. Stiamo parlando delle allergie stagionali, talvolta chiamate “febbre da fieno”, che interessano l’apparato respiratorio.

«Per buona parte delle persone – spiega Carlo Scirè, docente del Dipartimento di Medicina - i sintomi si verificano solo in determinati periodi dell'anno e la maggior parte di queste allergie sono causate da pollini (di alberi o erbe) e spore di muffe (collegate alle stagioni umide)». Tuttavia, alcune persone hanno sintomi simili a quelli delle allergie stagionali, che però durano tutto l'anno. Questa persistenza è causata generalmente da altri allergeni che non hanno un andamento stagionale, come insetti (scarafaggi o acari della polvere), animali (cani e gatti). Normalmente, respiriamo queste sostanze senza avere sintomi.

Quando una persona sviluppa un'allergia, il suo sistema immunitario agisce come se la sostanza fosse dannosa per l'organismo e questo provoca i sintomi. I meccanismi che portano alle manifestazioni allergiche, come la rinite allergica, si scatenano a livello della mucosa per un’alterata interazione del sistema immunitario (linfociti B e linfociti T) con gli allergeni. In soggetti predisposti, gli allergeni possono innescare una risposta immunitaria che porta alla produzione di particolari anticorpi della classe E (IgE). Le IgE sono in grado di legarsi ai mastociti presenti a livello della mucosa nasale che, in presenza dell’allergene rispondono rilasciando molteplici fattori, tra cui l’istamina, responsabile dell’insorgenza dei sintomi ‘immediati’, come prurito e congestione nasale. In parallelo i fattori prodotti sono in grado di richiamare ulteriori cellule a livello della mucosa (come per esempio gli eosinofili) che sono in grado sostenere una risposta più prolungata all’esposizione degli allergeni, rendendosi responsabili di sintomi persistenti.

E’ vero che l'allergia è ereditaria?

L'insorgenza delle malattie allergiche delle vie aeree superiori, come la rinite allergica, segue un modello di ereditarietà autosomica dominante con penetranza incompleta. Avere un genitore con malattia allergica predisporrebbe ad un rischio teorico del 50%, ma nella realtà questo rischio non si esprime in tutti casi. L’ereditarietà infatti non si manifesta come malattia, ma come una propensione a rispondere all'esposizione agli allergeni inalanti producendo alti livelli di IgE specifiche per particolari allergeni. Tale risposta delle IgE sembra essere controllata dai geni della risposta immunitaria situati all'interno del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC), come in molte malattie immunomediate. Tuttavia, come anticipato, la componente genetica fornisce una predisposizione, su cui non possiamo agire direttamente, mentre altri fattori di rischio ambientali possono essere in parte modificati. Tra questi possiamo ricordare l’esposizione passiva al fumo nei primi anni di vita e l’utilizzo precoce di antibiotici, o l’esposizione ad allergeni come l’acaro della polvere.

Quali sono le terapie e i consigli utili per porvi rimedio?

La gestione delle allergie si basa sull’evitare gli allergeni, mentre la terapia farmacologica va fatta in base all’intensità dei sintomi. Le persone con allergie stagionali possono cercare di gestire i sintomi ricorrendo a trattamenti come gli spray nasali cortisonici, gli antistaminici di seconda generazione, combinando spray nasali cortisonici ed antistaminici, o con colliri antistaminici.

In alcuni casi viene impiegata l'immunoterapia specifica, comunemente detta “vaccino antiallergico”, che consiste nella ripetuta somministrazione di piccole quantità di specifici allergeni allo scopo di riprogrammare l’alterata risposta immunitaria e ridurre i sintomi dell'allergia. L’immunoterapia viene effettuata attraverso iniezioni sottocutanee ripetute, ma per alcuni allergeni sono disponibili anche formulazioni orali.

Per approfondire il discorso della stagionalità, potete consultare il bollettino dei pollini, diviso per regione con le relative previsioni polliniche.