I neonati sono abili e veloci nell’apprendere informazioni dall’ambiente fisico e sociale che li circonda, lo fanno fin dalla nascita e ancor prima nell'ultimo trimestre di gravidanza.
Questo è possibile grazie a meccanismi attentivi e organi di senso funzionati, oltre a un cervello adattabile e flessibile e ad alcune predisposizioni biologiche innate.
Il Laboratorio prima infanzia dell’università di Milano-Bicocca (Child&Baby Lab), studia da molti anni i processi attraverso i quali avvengono questi apprendimenti, alla nascita e nei primi anni di vita, le predisposizioni biologiche e i fattori ambientali che li supportano.
Viola Macchi Cassia, docente del Dipartimento di Psicologia, si è occupata a lungo di queste tematiche e spiega come una delle predisposizioni biologiche più studiate sia quella per il volto umano: "La ricerca nel campo della psicologia e delle neuroscienze cognitive dello sviluppo ha dimostrato che i bambini distinguono già dalla nascita le espressioni facciali della felicità da quelle della paura. Sulla scia di queste evidenze, uno studio che abbiamo condotto di recente, misurando le variazioni dell’attività elettroencefalografica associate alla presentazione di stimoli, ha mostrato che il cervello dei bambini di sei mesi distingue tra volti che gli adulti giudicano come più o meno affidabili, anche quando le differenze tra i volti sono minime e le immagini sono presentate per pochi millisecondi".
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