Zanzare, perché pungono…proprio me? #chiediloaiPROF - Bnews Zanzare, perché pungono…proprio me? #chiediloaiPROF

Zanzare, perché pungono…proprio me? #chiediloaiPROF

Zanzare, perché pungono…proprio me? #chiediloaiPROF
Ragazzi e modello di zanzara

Professor Casiraghi, anzitutto: perchè pare che le zanzare “scelgano” le stesse persone?
Non è facile rispondere scientificamente a questa domanda, nonostante sia indubbio che esistano delle differenze individuali e che le zanzare si concentrino soprattutto su alcune persone, ignorandone altre. La difficoltà nel comprendere come mai succeda è dovuta al fatto che il sistema sensoriale delle zanzare, come del resto quello degli insetti in generale, è incredibilmente complesso. Perciò le zanzare ci trovano usando un insieme di stimoli. Hanno una buona vista ed è stato osservato che il rosso o in generale i colori scuri le attraggono maggiormente. Questo fatto ha un chiaro senso evolutivo: pensate alla pelliccia della maggior parte dei mammiferi e vi accorgerete che prevalgono le tonalità scure. Insomma, qualcosa che si muove ed è scuro attira l’interesse di una zanzara. Ma non basta. Le zanzare percepiscono le loro prede soprattutto grazie ad altri sensi. Hanno terminazioni nervose che arrivano alle antenne e alle diverse parti dell’apparato boccale e grazie a queste sono in grado di identificare l’anidride carbonica emessa da un corpo, la variazione della temperatura degli stessi, la combinazione di odori emessi dai batteri che vivono sulla nostra pelle. È per questo che dopo una corsa in un parco cittadino, i nostri corpi sudati, caldi e che emettono molta anidride carbonica, vengano presi di mira dalle zanzare. Forse è anche il motivo per cui caviglie e le parti del corpo più vicine alle ascelle siano di grande attrazione per le piccole vampire. Sfruttando queste conoscenze sono state inventate le trappole ad anidride carbonica, che attirano le zanzare usando come esca proprio questo gas.

L’alimentazione può aiutarci “ad essere ignorati”?
Sul web spesso si trovano elencati cibi che aumenterebbero il rischio di essere morsicati da una zanzara, accanto a diete che ci salvaguarderebbero dalle loro indesiderate attenzioni. Va detto che al momento non esistono studi definitivi che colleghino in modo inequivocabile la nostra alimentazione con le preferenze delle zanzare. Attendiamo quindi che i ricercatori capiscano qualcosa di più e, purtroppo, evitiamo di pensare che diete fantasiose ci possano salvare dal morso delle zanzare.

È innegabile che siano esseri fastidiosi: dal ronzio al morso che genera prurito…
Sì, anche se il loro morso non è certo pericoloso per il quantitativo di sangue che viene prelevato: se, per assurdo, immaginassimo di voler succhiare tutto il sangue dal corpo di un essere umano, servirebbero circa 1.200.000 zanzare.

Tralasciando il ronzio negli orecchi, quello che ci disturba davvero è il prurito che segue la puntura. Semplificando potremmo dire che il fastidio è generato da una, di solito, limitata reazione allergica alla saliva dell’insetto che contiene anticoagulanti che impediscono al sangue di addensarsi e quindi bloccarsi nella bocca dell’insetto. Il nostro corpo reagisce all’anticoagulante e alle altre sostanze estranee immesse rilasciando una molecola detta istamina. L’istamina fa dilatare i capillari locali per facilitare l’arrivo di globuli bianchi e altre cellule del sangue che attaccano le molecole estranee. In questa lotta, come sempre succede, ci sono dei “danni collaterali” che si manifestano come una piccola infiammazione locale, un edema (il ponfo) e il fastidiosissimo prurito.

Esistono rischi “più seri” derivanti da un piccolo morso?
Il vero problema con le zanzare è proprio quello che le zanzare possono trasmettere con il loro morso. Il parassita che più ha impattato la nostra storia è il plasmodio, un protozoo, di cui è più nota la malattia che causa: la malaria. Sebbene la patologia fosse conosciuta da secoli, rimase ignota per molto tempo la causa scatenante. Si era capito che nelle zone paludose e umide il tasso di incidenza della malattia fosse maggiore e da qui l’origine del nome: le arie cattive, le malarie, erano, secondo il pensiero dell’epoca, all’origine dei sintomi. La malaria era così diffusa che quando si trovava una zona che ne era priva, andava celebrato. Il nome della capitale dell’Argentina, Buenos Aires – “le arie buone” - deriva proprio dall’assenza di malaria.

La malaria è un problema anche per noi in Italia?
La malaria è ancora oggi la principale patologia parassitaria che colpisce l’uomo. Al mondo ogni anno si ammalano circa 250 milioni di persone e di queste circa 600.000 muoiono. Il 95% di questi casi sono concentrati in Africa, mentre in quasi tutto il resto del mondo la malaria è stata eradicata. Solo 20 anni fa il numero di morti per malaria superava il milione di persone all’anno. La situazione mondiale sta lentamente migliorando.

L’Italia è stata un’importante zona malarica e fino alla prima Guerra Mondiale si stimavano oltre 20.000 decessi all’anno. Nel periodo tra le due guerre mondiali la situazione è nettamente migliorata, anche se è stato solo nel 1970 che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’eradicazione della malaria dal nostro paese.

Oggi nei paesi privi di malaria alcune specie, come la “zanzara tigre”, possono essere vettori di virus associati a patologie che hanno nomi esotici e spaventosi: febbre gialla, febbre emorragica, dengue, zika, chikungunya, West-Nile.

Ci stiamo ancora leccando le ferite lasciate dalla pandemia mondiale COVID-19, e non abbiamo nessun bisogno di allarmismi. La situazione con questi virus non è grave come con il plasmodio della malaria. Tuttavia, dobbiamo tenere conto che le zanzare sono, da sempre, veicoli di malattie che, in alcuni casi, possono avere gravi implicazioni. La storia recente lo insegna, non possiamo permetterci di abbassare la soglia di attenzione e controllo.