Il silenzio utilizzato per il suo carattere inquietante o un sottofondo sonoro ansiogeno, come il battito cardiaco o il respiro affannoso del protagonista, o ancora il soffiare del vento in un paesaggio artico possono costituire ingredienti fondamentali per connotare emotivamente la scena di un film. Ma è soprattutto l’accompagnamento musicale a rivestire un ruolo fondamentale nel rendere memorabile il volto di un attore o di un’attrice, quindi, la pellicola stessa.
Lo conferma un recente studio, pubblicato su Biological Psychology, condotto da Alice Mado Proverbio e Francesco De Benedetto del Neuro-Mi Center for Neuroscienze, presso l’Università di Milano-Bicocca che ha indagato come la musica di sottofondo agisca sulla memoria dei personaggi. «La musica non solo induce emozioni – afferma la neuroscienziata Alice Mado Proverbio - ma comunica anche narrativa e significato. Infatti le colonne sonore dei film sono molto diverse a seconda del genere, thriller, commedia, horror e il background musicale ci aiuta spesso a comprendere ed interpretare le azioni dei protagonisti e la loro personalità». Registrando l’attività del cervello di un gruppo di uomini e donne di circa 25 anni, non musicisti, è stato possibile dimostrare come l'ascolto della musica durante la visione dei personaggi porti ad una migliore codifica dei volti. «I partecipanti – spiega Proverbio - indossavano delle cuffie attraverso cui potevano ascoltare varie musiche o sonorità che cambiavano ogni 60 secondi. L’ascolto di suoni ambientali come lo scrosciare di una fitta pioggia è stato messo a confronto con il silenzio e con l’ascolto di una delle composizioni musicali più profondamente tragiche della storia della musica classica: la Sinfonia n° 6 in Si minore op.74 di Pëtr Il'ič Čajkovskij detta "Patetica"».
I risultati comportamentali ed elettrofisiologici dimostrano come il ricordo dei personaggi migliori se l’osservazione è accompagnata da una musica struggente. Questo è possibile grazie al lavoro di una specifica regione del nostro cervello, il giro temporale superiore BA22, che è in grado di analizzare e riconoscere la musica, le facce e le emozioni, rendendo quindi i volti indimenticabili. La scoperta del team della professoressa Proverbio potrebbe essere d’aiuto per le persone con deficit della memoria visiva: «Il fatto che alcuni regioni corticali siano multimodali – conclude Proverbio - ossia in grado di elaborare informazioni provenienti da canali sensoriali diversi, rappresenta un vantaggio nelle situazioni di apprendimento. L’associazione di nuovi item con stimoli musicali potrebbe essere vantaggiosa in contesti in cui la memoria visiva è danneggiata oppure deficitaria».