Camminare è molto più di una semplice modalità di spostamento: è un atto sociale, politico e culturale che influenza e caratterizza il nostro rapporto con la città. Su questo tema si concentra la terza tappa del Transdisciplinary Colloquium organizzato dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca, nell’ambito del progetto WALC - Walking Landscapes of Urban Cultures.
L'evento, in programma per il 10 marzo, prevede una giornata di approfondimenti sul concetto di "città camminabile" e sulle implicazioni sociologiche e urbanistiche del camminare. Durante la mattinata, i ricercatori Luca Daconto e Gaia Ballatori presenteranno gli studi condotti sul tema, seguiti da due tavole rotonde con esperti del settore. Nel pomeriggio, l’iniziativa si sposterà all'esterno con una camminata esplorativa nel quartiere Bicocca, guidata dal professor Giampaolo Nuvolati e Michela Bresciani.
Per approfondire i temi dell’evento e il valore della pratica del camminare nelle città contemporanee, abbiamo incontrato il professor Luca Daconto, coordinatore del progetto.
Come nasce il progetto Walc?
Walking Landscapes of Urban Cultures è un progetto che nasce nel contesto più ampio e internazionale della rete Espace Déplacement Mobilité promossa dall'Università di Paris-Nanterre con l’obiettivo di approfondire il tema del camminare da diverse prospettive.
Avviato a novembre 2023, il progetto è stato finanziato dal bando PRIN PNRR 2022, ha una durata biennale e vede coinvolte, oltre a Milano-Bicocca, anche le Università di Bologna e Padova.
In che modo il progetto esplora le implicazioni sociali e culturali del camminare?
Uno degli obiettivi di Walc è proprio il confronto tra varie discipline e da diverse prospettive su uno stesso oggetto, il camminare in città. Grazie alla multidisciplinarietà dei docenti e ricercatori coinvolti, puntiamo ad approfondire questa pratica finalizzando l’attività di ricerca anche alla costruzione di un lessico, un vocabolario comune che superi le barriere e i limiti disciplinari che spesso condizionano l’attività di ricerca stessa. Il focus delle nostre attività è incentrato sull’azione del camminare intesa non solo come un'attività e una modalità di spostamento, ma anche come metodo di esplorazione, di osservazione e narrazione della città, che può avere una serie di risvolti positivi per la salute, per l’ambiente, per la socialità e per l’inclusività.
Con questo progetto puntiamo quindi ad approfondire come il contesto fisico, sociale e relazionale delle nostre città possa influenzare l’esperienza del camminare e renderla maggiormente accessibile a un target più esteso di persone.
Quali sono i ruoli delle altre Università coinvolte in Walc?
L'Università di Bologna, con il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, approfondisce il tema del camminare attraverso la scrittura, partendo dall’analisi dei testi della letteratura italiana in cui il paesaggio urbano gioca un ruolo determinante, per realizzare così una nuova mappa della città, caratterizzata appunto dalle narrazioni degli autori.
Inoltre, in collaborazione con lo scrittore Wu Ming 2, saranno organizzati dei laboratori di scrittura in cammino, aperti a tutta la cittadinanza, che permetteranno non solo di osservare la città secondo nuove prospettive ma anche di stabilire nuove relazioni con lo spazio urbano, integrando la pratica del camminare con la scrittura testuale.
L’attività di ricerca dell'Università di Padova invece ha come focus la relazione con le arti visive, performative, plastiche, per indagare come gli interventi creativi e narrativi aiutino a produrre nuovi immaginari urbani e a modellare l'esperienza della città attraverso il dialogo con le diverse culture urbane.
In particolare il ruolo di Bicocca?
Ci occupiamo innanzitutto del tema walkability con l’obiettivo di capire come e in quale misura lo spazio urbano, inteso sia come spazio costruito sia come spazio sociale, incentiva e promuove lo spostamento a piedi delle persone. Abbiamo inoltre raccolto e concluso una rassegna di casi in cui camminare rappresenta una pratica sociale nella quale si possono leggere significati, esperienze e valori differenti. Un modo per modificare e risignificare lo spazio urbano.
Il focus dell’unità di ricerca di Milano-Bicocca si concentra sulle specificità delle popolazioni che si muovono. Il punto di partenza, in tema di camminabilità, non è legato a un pedone universale; vari studi hanno infatti messo in luce come l'esperienza di camminare in città non sia la stessa per tutti noi ma cambia in base a vari fattori: per esempio genere, disabilità, età, contesto.
Urban Walking Cultures può offrire spunti utili per ripensare le città in un'ottica più inclusiva e sostenibile?
Il lavoro di ricerca risulta interessante in termini di politiche di miglioramento della camminabilità dello spazio urbano. Abbiamo raccolto vari dati attraverso delle camminate, chiamate urban audit, che consentono la raccolta sistematica di informazioni su caratteristiche fisiche, infrastrutturali, sociali ed estetiche dei nostri quartieri. Informazioni da analizzare per dedurre poi gli indici di camminabilità e rappresentazioni cartografiche.
Continueremo a organizzare quelli che abbiamo chiamato walkshop o camminate urbane. Un altro obiettivo della nostra unità milanese consiste, infatti, nello sviluppo di una mappatura profonda, deep mapping, da attuare raccogliendo interviste, immagini, suoni, storie… Questi strati informativi verranno integrati in una sorta di guida, per offrire al fruitore della mappa diversi layer e dargli l’opportunità di non fermarsi alle solite mappe che consultiamo abitualmente. I dati raccolti andranno così ad alimentare quello che abbiamo definito un Walking Living Atlas: un atlante vivente, dedicato alla pratica del camminare, che verrà poi alimentato anche dalle altre unità di Padova e Bologna.
Noi, in particolare, ci concentreremo sul quartiere Bicocca, attraverso l'esplorazione e l’osservazione a piedi, per proporre una guida turistica “altra”, non tradizionale, caratterizzata da percorsi alternativi e tematiche particolari, come per esempio la storia, il verde o l’arte.
Quali riflessioni possono emergere per amministratori e cittadini?
Questo progetto, che ruota intorno al concetto di walkability, si inserisce in una riflessione più ampia all’interno del Dipartimento di Sociologia che si occupa di questi temi. I risultati della ricerca rappresenteranno un supporto utile per il lavoro di pianificatori, mobility manager e amministratori. L’idea è di condividere gli esiti anche con gli attori culturali del territorio, magari interessati a valorizzare istituzioni e musei da inserire in percorsi e passeggiate in città. Ricordo che siamo anche coinvolti nelle varie attività legate al Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, MOST, e all’Ecosistema dell’Innovazione MUSA.
Articolo di Enzo Scudieri e Chiara Bulfamante