Romanzieri e narratori dell’Università di Milano-Bicocca, è il momento di rimettersi all’opera. La Biblioteca di Ateneo ha indetto la seconda edizione del concorso letterario rivolto a tutta la comunità accademica (studenti attualmente iscritti a tutti i livelli, docenti, ricercatori, assegnisti, borsisti, cultori della materia, collaboratori linguistici, personale tecnico amministrativo e alumni), dal titolo: “Un giorno in Bicocca per imparare. Un giorno in Bicocca per insegnare”. Le iscrizioni sono già aperte e si chiuderanno il 10 settembre 2019 (qui il Regolamento, con il form online da compilare). Ma come si scrive il romanzo perfetto? L’abbiamo chiesto ad Anna Chinazzi, studentessa di Antropologia culturale e vincitrice della sezione junior (under 25) della prima edizione del concorso.
Anna, partiamo dagli studi: perché hai scelto Antropologia culturale?
La verità è che, quando mi sono iscritta, non sapevo bene cosa fosse l’antropologia! Il mio approccio a questa disciplina è stato del tutto casuale, spontaneo e stupido come un amore adolescenziale. Più l’ho conosciuta, più mi sono sentita persa, disorientata, innamorata. Mi sono sempre posta molte domande riguardo la vita, l’uomo e il mondo… L’antropologia mi ha depistata dal trovare le risposte che cercavo e mi ha insegnato la bellezza del dubbio.
Veniamo al racconto con il quale ha vinto: “Dal diario di Bronislaw Malinowski” (si può leggere qui). Chi era Malinowski e come ti ha ispirato?
Nel racconto che ho scritto il tema centrale è quello dell’incontro con l’altro attraverso il “viaggio”, anche se inquadrato nella dimensione onirica. Tale viaggio non si realizza solo sul piano spaziale – da New York a Milano – bensì anche temporale, dal 1939 al 2019. Il protagonista è realmente esistito: Malinowski è stato un antropologo polacco vissuto tra il 1885 e il 1942 a lungo mitizzato come antropologo ideale… almeno fino alla pubblicazione postuma dei suoi diari privati negli anni ’60. Queste pagine misero in luce la complessità della ricerca antropologica e i limiti di Malinowski (che era spesso a disagio e intollerante nei confronti dei nativi che studiava). Il mio racconto finge di essere un’inedita pagina di quel diario datata 20 settembre 1939 e accoglie le suggestioni proposte dalla biografia dell’antropologo, che si trovava realmente a Yale in quel periodo.
Hai seguito un metodo per scrivere?
Quando ho avuto l’idea per il racconto mi trovavo in treno, senza carta o penna. Ho scritto il nucleo principale del racconto sul telefono, poi l’ho sviluppato con più calma a casa. Mi sono divertita molto cercando informazioni sulla New York del ’39 – ambientazione iniziale del racconto – e cercando di immedesimarmi nel protagonista.
Ti eri mai messa alla prova prima?
È stata la prima volta che partecipavo a un concorso letterario. Fino all’ultimo non sono neanche stata sicura di inviare il mio racconto… Vincere il primo posto nella sezione junior è stata una grande sorpresa!
Ti piace scrivere?
Quando ero bambina mi dedicavo molto alla scrittura e sognavo di pubblicare i miei libri. Il concorso letterario ha rappresentato l’inaspettata occasione di tornare a confrontarmi con la scrittura creativa dopo tanti anni. Ora? Non penso che riuscirò più a smettere di scrivere.
In premio ha ricevuto dei buoni libro. Investiti in?
In tantissimi libri, sia di saggistica che di letteratura. In questi giorni sto viaggiando nella Turchia degli anni ’70 grazie a “Il Museo dell’innocenza” di Orhan Pamuk.
Quali autori preferisci?
In generale mi piacciono i gialli, i romanzi di ambientazione storica e le storie di viaggi nel tempo. Pensando ai miei autori preferiti, istintivamente mi vengono in mente Agatha Christie, Stephen King, Giorgio Scerbanenco e Audrey Niffenegger.
È partita la seconda edizione del concorso. Parteciperai?
Sto già pensando a qualche possibile storia da sviluppare per la nuova edizione del concorso!
Tre consigli ai neofiti per il racconto perfetto?
Non so come si scriva, né se esista il racconto perfetto, ma invito tutti a provarci. Alla luce dei risultati della scorsa edizione, ai futuri partecipanti consiglio di:
- Non fermarsi alla prima idea che viene in mente.
- Far emergere chiaramente il messaggio che si vuole trasmettere vista la brevità del racconto
- Lasciarsi ispirare dal proprio vissuto personale e dal proprio percorso di studi, cercando al contempo di adottare punti di vista alternativi