Schwarz: «Per fare ricerca bisogna essere coraggiosi» - Bnews Schwarz: «Per fare ricerca bisogna essere coraggiosi»

Schwarz: «Per fare ricerca bisogna essere coraggiosi»

Schwarz: «Per fare ricerca bisogna essere coraggiosi»
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«Se si misura tutto solo nell’immediato la ricerca di base è in pericolo non solo in Italia, ma ovunque, perché non può essere sottomessa alle leggi della massimizzazione immediata del profitto». Con queste parole Helmut Schwarz, presidente dell'Alexander von Humboldt Foundation, ha aperto la sua conferenza all’Università di Milano-Bicocca intitolata The usefulness of useless knowledge: on the vital role of basic research in realizing societies' dreams and aspirations, ovvero “L’utilità della conoscenza inutile: sul ruolo vitale della ricerca di base nella realizzazione dei sogni e delle aspirazioni delle società”.
 
«Nella ricerca – ha aggiunto Schwarz – non si può predire il risultato a priori: bisogna essere coraggiosi e in ciò che facciamo c’è quasi inevitabilmente una compresenza di umiltà e hybris, creatività e senso critico, rigore e flessibilità». Helmut Schwarz è uno dei massimi esperti internazionali nel campo della chimica molecolare. Dopo aver lavorato come tecnico nell'industria chimica e aver approfondito gli studi di chimica, ha completato il dottorato di ricerca alla Berlin University of Technology nel 1972. Dal 1983 è docente di Chimica alla TU Berlin.
 
Per quanto riguarda il lavoro dei giovani ricercatori, il professor Schwarz ha sottolineato l’importanza di un approccio che non comporti una valutazione del loro operato e delle loro potenzialità esclusivamente sulla base di quanti articoli abbiano pubblicato. «I soli criteri bibliometrici non possono catturare la passione e la creatività di un ricercatore – ha detto – così come non sono in grado di rappresentare correttamente il reale valore della ricerca. Non basta contare gli articoli scientifici: bisogna anche leggerne qualcuno, per quanto questo richieda tempo. Specie quando ci troviamo di fronte a ricercatori molto giovani, giudicarli soltanto sulla base del numero delle loro pubblicazioni è sbagliato, perché questo dato numerico non rende assolutamente l’idea di quello che potrebbe essere il loro potenziale».
 
Ad aprire, il professor Gianfranco Pacchioni, prorettore alla Ricerca di Milano-Bicocca. «Da sempre l’obiettivo della ricerca è quello di migliorare la vita di tutti – ha spiegato – e risolvere le sfide aperte che l’umanità si trova ad affrontare: dal cibo all’energia, dall’inquinamento al surriscaldamento del pianeta, dall’invecchiamento della popolazione alla tutela dell’acqua. Per affrontare alcuni di questi problemi occorrono dei breakthroughs, salti fondamentali, che solo la ricerca di base può fare».