Quando la formazione salva una vita - Bnews Quando la formazione salva una vita

Imparare a valutare ed agire con lucidità e prontezza può far la differenza. Quando poi in gioco c’è la vita, allora questa competenza, unita a sano senso civico, diventa fondamentale.
In questa situazione si è trovato, qualche giorno fa, Andrei Barbulescu, studente iscritto al I anno del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicine and Surgery.
 
«Domenica ero in auto con amici, quando all’improvviso abbiamo visto un ciclista, caduto a terra in strada, circondato da diverse persone. Ho chiamato subito l’ambulanza, che per fortuna era stata contattata da altri testimoni, ma abbiam deciso di fermarci comunque per capire se avesse bisogno di aiuto. - dice Andrei - In effetti, ho notato che era steso su un fianco: immagino che qualcuno dei presenti l’avesse spostato pensando di favorire la respirazione. In realtà, come ho potuto osservare, il signore, di circa sessant’anni, era completamente incosciente, non respirava e non aveva battito cardiaco, aveva il viso bluastro.»
 
«L’ho quindi spostato in posizione supina, ho eseguito le manovre di rianimazione fino all’arrivo dell’ambulanza. Ora so che questo signore sta bene: ho la conferma che si è ripreso!».
Andrei prosegue: «Ho pensato subito a com’è stata importante la formazione che avevo ricevuto in Inghilterra sul primo soccorso! Vorrei che tutti ci riflettessero: sono poche ore di formazione ma davvero possono salvare una vita.  Al liceo avevo deciso che avrei fatto il medico, quindi ho scelto l’ultimo biennio formativo che mi ha dato solide basi di Chimica, Matematica e Biologia. Già durante questo periodo, ho svolto dei brevi periodi presso reparti ospedalieri: in questo modo mi son reso conto dell’importanza della pratica e del rapporto con i pazienti. Quando son rientrato in Italia, mi è sembrato naturale iscrivermi al nuovo corso di Medicine and Surgery in inglese: mi ero informato e avevo visto come il progetto formativo desse molta importanza, fin dai primi anni di studio, alla formazione in reparto.»
 
Una vocazione alla cura e alla sensibilità verso i pazienti che caratterizza il corso in inglese nato nel 2017, e che Maria Grazia Strepparava, coordinatrice del corso in Medicine and Surgery, ci conferma come fondante: «Questo studente è stato senza dubbio molto bravo e pronto, ma vorrei sottolineare come tutti i nostri studenti, al termine del secondo anno di corso, quindi prestissimo, sono assolutamente in grado di mettere in atto il primo soccorso necessario, dopo aver valutato la situazione del paziente.»
 
«Siamo l’unico ateneo pubblico che prevede ben tre insegnamenti pratici (tirocinio) già al secondo anno, molto prima rispetto alle altre università, tutti orientati al rapporto coi pazienti. - prosegue Strepparava - Il primo è Basic clinical skills, formato dai tre moduli Emergency (che insegna le manovre salvavita), General Surgery e Internal Medicine: è in questo insegnamento obbligatorio che agli aspiranti medici vengono insegnati i rudimenti della valutazione clinica.
Importantissimo per la formazione è poi il periodo di tirocinio (tra le 100 e le 150 ore di impegno) che gli studenti svolgono presso i medici di base del territorio, avendo la possibilità di vedere da vicino l’attività medica e in particolare il rapporto medico-paziente.
La comunicazione con il paziente e i suoi familiari (compresa la comunicazione delle cattive notizie) viene poi affrontata direttamente nei tre moduli Behavioural sciences-communication skills, parte dell’insegnamento Medicine and Society.»

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