Conciliare il tempo dedicato al lavoro con un’attività sportiva svolta ad altissimi livelli. Come? Con elasticità, flessibilità… e tanta passione. Tra le storie di chi lavora in Bicocca, scopriamo anche due giovani atleti che da poco sono entrati a far parte dello staff tecnico e amministrativo dell’Ateneo: l’apneista Giuseppe Fusto e il corridore Makhoudia Mbengue.
Giuseppe, sei recentemente rientrato dai Campionati mondiali di apnea indoor che si sono svolti dall’8 al 16 maggio in Kuwait. Quali traguardi hai raggiunto negli ultimi due anni?
In Kuwait ho conquistato l’argento 8X50 e il bronzo 4X50. Nel 2022 a Belgrado, in occasione dei Campionati mondiali di apnea indoor sono arrivato due volte secondo, sia nella 8x50 sia nella 16x50.
Parlaci delle particolarità della tua disciplina, l’apnea endurance che si pratica in piscina.
Mi dedico a due specialità diverse, misurandomi sui 400 e sui 200 metri. Nell’apnea endurance le distanze sono divise in frazioni di 50 metri, ovvero la lunghezza di una piscina olimpionica.
Non basta nuotare velocemente sott'acqua, bisogna anche essere in grado di minimizzare il tempo dedicato alla respirazione. Soltanto quando tocco il muretto posso respirare ma molto rapidamente, altrimenti rischio di perdere secondi preziosi. Per dare un’idea, su 400 metri di gara respiro complessivamente circa 12 secondi. Pochissimi, il corpo arriva veramente al limite.
Come ti sei avvicinato a questo sport?
Sono stato da sempre abituato a nuotare in piscina e a frequentare i corsi di nuoto. Quando avevo otto anni sono stato selezionato per l’attività agonistica che prevedeva quattro allenamenti settimanali. A 14 anni mi allenavo tutti i giorni. Già da piccolo, comunque, vedevo che la fase subacquea delle gare era il mio punto di forza e quindi, poco a poco, mi sono avvicinato sempre di più al mondo dell’apnea.
Sei riuscito a raggiungere un equilibrio tra sport e attività lavorativa? Quanto tempo dedichi giornalmente al tuo allenamento?
Quattro ore nei periodi di intensità massima, con un doppio allenamento al mattino molto presto e alla sera. La preparazione atletica si svolge, oltre che in piscina, anche in palestra dove si sviluppano forza e velocità. Un grande impegno che, nel complesso, sono riuscito a conciliare con il mio lavoro in Bicocca. Da maggio 2022 faccio parte del Settore Facility Management Services, la struttura che garantisce l’operatività di una serie di servizi indispensabili allo svolgimento delle attività della nostra Università.
Sei giovanissimo, 22 anni. Quali progetti hai?
Pensando al futuro, l'anno prossimo mi aspettano i Campionati mondiali, con cadenza annuale nel mio sport, che si svolgeranno a Belgrado e dove vorrei puntare ancora più in alto.
Passiamo ai trionfi di Makhoudia Mbengue, chiamato da tutti “Maku”, che a 26 anni ha già dimostrato ottime prestazioni.
Makhoudia, da quando lavori in Bicocca? Come ti trovi?
Ho iniziato a dicembre 2022 e mi trovo molto bene, anche grazie al positivo rapporto che si è creato coi miei colleghi. Mi occupo in particolare della gestione del personale tecnico amministrativo dell’Ateneo. Ho riscontrato un ambiente elastico che mi consente di non rinunciare agli impegni sportivi.
Come si è sviluppata la tua avventura sportiva? In che modo ti sei appassionato alla corsa?
Fino a 11 anni vedevo ancora abbastanza bene e mi piaceva giocare a calcio. Successivamente la mia vista è peggiorata e ho abbandonato lo sport per molto tempo. Nel 2018 con l’associazione Omero Bergamo, che avvicina allo sport i ragazzi con disabilità visive, ho avuto l’opportunità di sperimentare il calcio a 5. Nel corso di quella esperienza, mi è stato fatto notare che ero veloce e mi è stata quindi proposta l’atletica.
All’inizio ero piuttosto riluttante ma, nonostante le mie perplessità, ho provato ed effettivamente mi sono sentito a mio agio. Supportato anche dal clima estremamente positivo che ho respirato in Omero Bergamo, ho superato i miei dubbi e ho intrapreso questa avventura.
Mi sono specializzato su due distanze, correndo sia i 200 sia i 400 metri. Da un paio d’anni, al fine di potenziare la preparazione atletica, mi alleno a Treviglio con una società che si chiama Atletica Estrada.
Come si svolgono i tuoi allenamenti?
Mi alleno indicativamente due ore al giorno. Da marzo a settembre è periodo di gare e conseguentemente gli allenamenti sono più intensi ma al contempo più brevi. Consistono infatti in una serie di scatti che non vanno comunque oltre i 400 o 500 metri. Con l’avvicinarsi della competizione, infatti, non devo esagerare per evitare di arrivare scarico.
Da ottobre a febbraio, invece, si coprono distanze più lunghe in quanto gli allenamenti sono maggiormente improntati al miglioramento della resistenza e, parallelamente, affianco l’attività in palestra per non perdere potenza.
Parliamo dei Campionati italiani paralimpici assoluti di atletica. Quest’anno hai vinto l’oro nei 400 metri e il bronzo nei 200 metri. Nel 2022 hai conquistato l’argento nei 400 metri e l’oro sui 200. Maku, descrivici la vittoria.
Un’emozione incredibile. L’oro dell’anno scorso nei 200 metri è stata per me una grandissima, inaspettata sorpresa; nel 2022, inoltre, era la prima volta che gareggiavo nei 400 metri ai Campionati italiani di atletica paralimpica. Poi quest’anno sono riuscito a centrare l’obbiettivo della stagione: vale a dire conquistare l’oro sui 400 metri. Sui 200 invece, sebbene abbia migliorato sensibilmente il mio tempo, mi sono dovuto accontentare del bronzo.
Quali sono i tuoi prossimi impegni sportivi?
I Campionati italiani di atletica paralimpica assoluti del 2024 dove spero di confermarmi e migliorarmi. Un altro sogno sarebbe riuscire poi a conquistare una partecipazione alle Paralimpiadi. Un obiettivo tutt’altro che semplice! Ma è per questo che mi alleno duramente ogni giorno.