Migliorare la previsione dei dissesti geologici con l’interpretazione di segnali satellitari più performanti: il progetto MODULATE - Bnews Migliorare la previsione dei dissesti geologici con l’interpretazione di segnali satellitari più performanti: il progetto MODULATE

Migliorare la previsione dei dissesti geologici con l’interpretazione di segnali satellitari più performanti: il progetto MODULATE

Migliorare la previsione dei dissesti geologici con l’interpretazione di segnali satellitari più performanti: il progetto MODULATE
montagne

Il 28 maggio una valanga di roccia e ghiaccio, staccatasi dal ghiacciaio del Birch, ha travolto Blatten, villaggio svizzero nel Canton Vallese. Circa 10 milioni di metri cubi di materiale si sono riversati a valle, distruggendo abitazioni e bloccando temporaneamente il fiume Lonza. Grazie all'evacuazione preventiva, attivata in seguito alle segnalazioni delle autorità locali, non si sono registrate vittime. L'episodio ha tuttavia evidenziato l'urgente necessità di strumenti di monitoraggio complementari.

Come osserva Federico Agliardi, docente di geologia applicata dell’Università di Milano-Bicocca, non sempre è possibile installare sensori sul terreno. In previsione di un aumento di eventi simili, il telerilevamento satellitare offre una sorveglianza capillare e la possibilità di cogliere i segnali precoci di instabilità anche in aree remote. In questa direzione si muove il progetto MODULATE, MOnitoring lanDslides with mUltiplatform L-Band rAdar TEchniques. Finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea ESA, l’iniziativa esplora il potenziale dei radar satellitari in banda L per il monitoraggio di versanti alpini instabili, attraverso dati di deformazione superficiale ottenuti da tecniche di interferometria SAR.

«Il recente lancio - spiega il professor Agliardi, responsabile per Bicocca delle attività di MODULATE - del satellite NISAR, progetto congiunto tra NASA e l’agenzia spaziale indiana ISRO, e la futura missione europea ROSE-L, permetteranno a ricercatori e tecnici di avere a disposizione una grande quantità di dati gratuiti in banda L, con copertura globale e regolare nel tempo. Rispetto ai più diffusi prodotti in banda C, derivati ad esempio dalla missione ESA Sentinel-1, che colgono bene i movimenti lenti della superficie terrestre, i dati in banda L rappresentano un elemento innovativo e complementare, non sostitutivo, da integrare per una lettura completa dei processi di instabilità di versante più veloci e complessi. Non solo, il segnale in banda L risulta più coerente e leggibile nel monitoraggio delle zone coperte da vegetazione e foreste, che restavano spesso prive di informazioni. Un aspetto fondamentale per la comprensione delle dinamiche dei versanti vegetati».

Esempio di interferogramma radar in banda L: le frange di colore indicano differenze di fase del segnale radar, proporzionali alle deformazioni del versante
Esempio di interferogramma radar in banda L: le frange di colore indicano differenze di fase del segnale radar, proporzionali alle deformazioni del versante

L’elaborazione dei dati in banda L, provenienti da satelliti e rilievi terrestri attualmente disponibili, è curata dalla società GAMMA AG. I dati così processati vanno poi interpretati: l’Università di Milano-Bicocca, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio, si occupano della validazione e dell’interpretazione dei prodotti interferometrici. I tre enti lavorano su differenti siti, rispettivamente in Lombardia, Canton Ticino e Canton Grigioni, in stretta collaborazione con le autorità locali.

Vista aerea della frana del Monte Mater
Vista aerea della frana del Monte Mater

«Valutiamo vantaggi e limiti delle tecnologie in scenari montani complessi. Il lavoro di Milano-Bicocca - specifica il docente - analizza, in particolare, le frane monitorate del Monte Mater, a Madesimo. Sulla base della lunga esperienza di ricerca condotta in Valle Spluga dal nostro dipartimento, confrontiamo i dati in banda L con quelli in banda C, validandoli rispetto ai dati di monitoraggio a terra, in modo da quantificare potenzialità e limitazioni dei diversi tipi di dati nell’analisi di grandi frane alpine».

I risultati del progetto sono già significativi. «Le analisi mostrano che i dati radar in banda L avrebbero potuto rilevare l’accelerazione progressiva delle deformazioni superficiali, che hanno portato al disastro di Blatten, con anni di anticipo*. L’obiettivo finale di MODULATE - conclude Agliardi - è definire linee guida per l’impiego dei dati satellitari nelle diverse fasi del monitoraggio e sviluppare strategie interpretative. Enti pubblici come ARPA e Regione Lombardia, tecnici e amministrazioni potranno così prendere decisioni più consapevoli, basate sui dati ricavati dalle osservazioni effettuate dallo spazio che, nel prossimo futuro, saranno sempre più accessibili e disponibili in tempo reale».


* Fonte ESA, per approfondimenti: Satellite radars reveal early signs of slope instability years before Blatten rock/ice avalanche