Epilessia, difetti della vista, deficit cognitivi e difficoltà motorie. Sono le manifestazioni di una malattia genetica poco conosciuta, la “sindrome da carenza di SOX2” , che sarà al centro di uno studio della professoressa Silvia Kirsten Nicolis del dipartimento di Biotecnologie e bioscienze dell’Università di Milano-Bicocca. Il progetto di ricerca, uno dei 24 selezionati su oltre 200 candidature, si è aggiudicato un finanziamento di 240mila euro da parte dell’alleanza Fondazione Telethon-Fondazione Cariplo.
Due anni di tempo per provare a scoprire i meccanismi molecolari dei difetti cerebrali alla base della malattia. “Questa sindrome – spiega Silvia Nicolis, docente di genetica di Milano-Bicocca – è causata dalla mutazione del gene SOX2, che provoca difetti di sviluppo in diverse regioni del cervello”
La malattia colpisce un neonato su 10mila e la diagnosi arriva solitamente poco tempo dopo la nascita. Il primo campanello d’allarme è rappresentato da gravi problemi oculari: “Questi bambini presentano severi difetti di sviluppo dell’occhio che portano il pediatra ad indirizzare la famiglia verso un genetista. Dal sequenziamento dei geni, in una frazione di casi, viene fuori che SOX2 è mutato” chiarisce Nicolis.
Per questi pazienti ad oggi non c’è una terapia mirata: “I bambini che presentano questa sindrome ricevono trattamenti per temperare le manifestazioni dell’epilessia – prosegue Nicolis - ma non esistono ancora delle terapie specifiche. Il nostro progetto mira a comprendere le cause della compromissione dello sviluppo di tanti aspetti del sistema nervoso di questi bambini e ad aprire la strada per la messa a punto di una terapia”.
Allo studio collaborerà anche Veronica Krenn, giovane ricercatrice rientrata in Bicocca dopo un periodo di vari anni di ricerca trascorso a Vienna presso l’IMBA (Institute for Molecular Biotechnology of the Austrian Academy of Sciences). Il suo contributo sarà fondamentale per sviluppare organoidi cerebrali tridimensionali a partire dalle cellule staminali pluripotenti. “Gli organoidi cerebrali – spiega Nicolis - rappresentano una sorta di cervello in miniatura, del diametro di circa un centimetro, generato a partire dalle cellule staminali umane”. Questa procedura sarà fondamentale per identificare e studiare i geni ancora poco conosciuti che potrebbero essere alla base dei difetti dello sviluppo del cervello.
Il progetto coinvolgerà anche Christopher Esk, ricercatore dell’Institute of Molecular Biology dell’Università di Innsbruck, che ha sviluppato un’innovativa tecnica per mutare i geni con alta efficienza, basandosi sul sistema CRISPR-Cas9 (la metodica premiata con il Nobel per la Chimica 2020).
Il team di ricerca potrà contare anche sul lavoro del professor Giuseppe Testa (Università degli Studi di Milano; Istituto Europeo di Oncologia, Milano; Human Technopole, Milano) e del professor Giulio Pavesi (Università degli Studi di Milano).
Il lavoro di ricerca congiunto coinvolgerà anche studenti e dottorandi del dipartimento di Biotecnologie e bioscienze dell’Università di Milano Bicocca, dando un contributo vitale alla loro formazione scientifica e utilizzerà, in sinergia, infrastrutture attualmente disponibili presso la nostra Università e presso Human Technopole.