L’idea made in Bicocca: il packaging per farmaci leggero come l’aria - Bnews L’idea made in Bicocca: il packaging per farmaci leggero come l’aria

Si chiama Bioaerovax e guarda alla sostenibilità, l’idea imprenditoriale di Irene Dei Tos e Stefano Seccia, nata nei laboratori della Bicocca e selezionata nel 2021 da B4i – Bocconi for innovation, la call della Bocconi per startup e aspiranti imprenditori.
Dallo scorso anno il programma B4i - Bocconi for innovation prevede una partnership anche con Milano-Bicocca. Obiettivo della collaborazione: facilitare il dialogo tra cluster accademici differenti e la contaminazione tra competenze complementari.
Per saperne di più su Bioaerovax e sul percorso intrapreso con il supporto di B4i - Bocconi for innovation abbiamo intervistato Irene che, come Stefano, nel 2021 si è laureata nel corso di studi magistrale in Materials Science della Bicocca.

Irene, cos’è Bioaerovax?

Bioaerovax è la nostra idea imprenditoriale, una startup di packaging ecosostenibile basato su materiali innovativi biodegradabili e dalle elevate capacità di isolamento termico: gli aerogel bio-derivati. I nostri contenitori termo-isolanti permetterebbero di garantire la sicurezza e la conservazione di prodotti farmaceutici, in particolare vaccini.

Com’è nata questa idea?

L’idea è nata un anno fa, durante il corso in Engineered Nanomaterials, tenuto dal professore Carlo Antonini. Il corso prevedeva attività di gruppo che hanno messo alla prova anche competenze trasversali, diverse da quelle che si mettono in gioco in una lezione frontale, come, per esempio, la simulazione di una campagna di crowdfunding. A ciascun gruppo è stato assegnato un materiale da studiare approfonditamente e da presentare alla classe. Al gruppo in cui eravamo io e Stefano è toccato un aerogel.

Cos’è un aerogel?

È un materiale che per una grandissima percentuale è composto d’aria, dunque leggerissimo. Si tratta di una schiuma porosa che può essere formata da diversi materiali di partenza. Nel nostro caso parliamo di un aerogel basato su alcuni derivati della cellulosa o sulla cellulosa stessa. Ha una leggerezza comparabile al polistirolo o al cartone, materiali che vengono comunemente utilizzati per la conservazione e il trasporto dei farmaci.

In particolare per i vaccini, ci spiegavi…

Sì, in quel periodo era appena iniziata la campagna vaccinale contro Covid-19 ed era emerso questo problema rilevante, relativo al trasporto di vaccini a temperature estremamente basse. Così abbiamo pensato che l’aerogel – leggero, biodegradabile e termoisolante - avesse le caratteristiche giuste per provare a tamponare questo problema. Ci siamo accorti che era una buona idea e che sarebbe stato possibile allargare questa applicazione anche ad altri farmaci termosensibili, così da coprire una fetta di mercato più ampia.

Come siete arrivati a B4i - Bocconi for innovation?

Dopo averne parlato con il professor Antonini, abbiamo presentato la nostra candidatura per il programma B4i - Bocconi for innovation. L’idea è stata selezionata insieme ad altri 20 progetti tra oltre 180 domande. B4i si è rivelata un’opportunità decisiva. Il programma di pre-accelerazione, composto da lezioni frontali, workshop e mentorship diretta, è stata per noi una full-immersion di undici incontri nel mondo dell’imprenditorialità, al termine dei quali abbiamo avuto l’opportunità di presentare, di fronte al team B4i, i nostri progressi e l’evoluzione del nostro business in un pitch finale.

A che punto è il progetto?

Io e Stefano stiamo continuando a lavorare alla startup compatibilmente con gli impegni di lavoro che abbiamo in questo momento. Vorremmo allargare il gruppo con figure professionali diverse per andare a coprire tutti gli aspetti necessari allo sviluppo di una startup. L’idea è quella di fondare una compagnia o un’azienda e dare il via al percorso vero e proprio di inserimento nel mercato. Attraverso B4i abbiamo potuto contare sul solido network di contatti di Bocconi che ci ha permesso di raggiungere le aziende del settore farmaceutico, con le quali adesso ci stiamo interfacciando in maniera diretta.

A proposito degli altri impegni lavorativi: dopo la laurea in Bicocca, come prosegue il tuo percorso professionale e quello di Stefano?

Dopo aver vinto un bando di internalizzazione, sto seguendo un progetto di ricerca presso il Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley, California), dove mi occupo di materiali per applicazioni nel settore fotovoltaico. Per il futuro, proverò a proseguire il percorso professionale e di ricerca in azienda, negli Stati Uniti o in Europa.
Stefano dopo la laurea ha continuato a lavorare presso il SEFI Lab guidato dal prof. Antonini, occupandosi di materiali superidrofobici. Ora è stato selezionato per una posizione di PhD nell’ambito del programma Marie Curie della durata di tre anni.