Il Comitato olimpico internazionale ha deciso: i Giochi invernali 2026 si svolgeranno a Milano e Cortina d’Ampezzo (oltre che in Valtellina, Trentino Alto Adige e a Verona).
Angelo Di Gregorio, professore di Economia e gestione delle imprese all’Università di Milano-Bicocca, quali sono le opportunità per l’Italia?
Nell’immediato ci sono i vantaggi di immagine per esserci aggiudicati l’organizzazione di una competizione internazionale di questo rilievo, con il Sistema Paese che ha dimostrato di poter essere competitivo rispetto ad altre nazioni. A lungo termine basta pensare all’indotto che verrà generato dal flusso turistico in aumento sia nello specifico periodo olimpico che negli anni precedenti e seguenti.
Quali settori ne beneficeranno?
Come già accennato, il turismo invernale che avrà una enorme possibilità di rilancio, necessaria dopo la crisi delle ultime stagioni, dovuta a motivi ambientali: carenza di neve prima e precipitazioni nei momenti sbagliati, per esempio a fine maggio, o per periodi troppo brevi per imbiancare le piste. In altri campi invece toccherà più agli imprenditori farsi avanti per cogliere questa opportunità di visibilità internazionale, promuovendo sul territorio eventi che si leghino agli sport invernali. A partire dal food e dalle migliaia di aziende agricole lombarde.
Quali i rischi?
Alcuni problemi sono riconducibili, come già successo in passato, allo sviluppo delle opere e delle strutture finalizzate alla realizzazione della competizione. Bisogna evitare che l’evento diventi una nuova occasione di speculazioni immobiliari che poco hanno a che fare con la gestione dell’evento stesso. Un secondo rischio risiede nei ritardi e nelle inefficienze tipiche della burocrazia che in Italia si mette di traverso e ostacola manifestazioni di questa portata. E per dare risposte immediate e arrivare in tempo con l’inaugurazione, troppo spesso si corre il rischio di non seguire tutte le procedure correttamente. Con inevitabili strascichi giudiziari.
Una vittoria per Milano e la Lombardia?
Milano da anni ha assunto in Italia un ruolo di primo piano nelle iniziative economiche e culturali. Sta vivendo sicuramente un nuovo Rinascimento, in netta controtendenza rispetto alla capitale, per il livello di decoro delle strade, per gli impianti, per i servizi e i trasporti. Questo è un ennesimo segnale che va nella direzione di assicurare al capoluogo lombardo un ruolo di leadership.
Torino ci ha rimesso?
Probabilmente sì, anche se saranno i risultati ex post a confermarlo o meno. A parziale giustificazione c’è da dire che l’organizzazione di un evento distribuito su un territorio così vasto non è certo semplice. Da un lato promuovere un'Olimpiade delle Alpi italiane sarebbe stato un messaggio più efficace, con impatto più immediato a livello mondiale. Dall’altra parte la gestione di un evento internazionale diviso tra sedi a distanza tra di loro di centinaia di chilometri risulta molto più complessa. Pensiamo solo agli spostamenti degli atleti e dei loro staff in garanzie di sicurezza.