Laura Borromeo tra una milonga e una ricerca sul campo - Bnews Laura Borromeo tra una milonga e una ricerca sul campo

Una vita divisa tra ricerca sul campo e passi di danza. «Non due attività in conflitto ma complementari – precisa Laura Borromeo, assegnista di ricerca in Scienze Geologiche – per me entrambe irrinunciabili in quanto ciascuna attiva un lato del mio essere. Sacrificare una delle due vorrebbe dire sacrificare un pezzo di me». A noi racconta com’è riuscita a coniugare entrambe fin da ragazzina.

Assegnista di ricerca in Università e maestra di tango: come ci sei arrivata?

Ho conseguito la laurea triennale in geologia mentre facevo l’Accademia di Danza e poi la magistrale, mentre lavoravo come ballerina, riuscendo comunque a laurearmi sempre in tempo e con lode. Ho poi svolto in Norvegia il dottorato all’Università di Stavanger applicando la spettroscopia Raman a carbonati e IOR (Improved Oil Recovery). Il mio tempo in quel periodo era diviso tra Italia e Norvegia. Da quando son tornata in sede, sotto la guida del mio responsabile, il prof. Sergio Andò, mi occupo di ricerca sui pirosseni, un gruppo mineralogico molto comune ma abbastanza difficile da caratterizzare al microscopio ottico. Per questo stiamo utilizzando la spettroscopia Raman, insieme al Gruppo Provenance di Unimib, guidato dal Prof. Eduardo Garzanti, per riuscire a individuare la roccia sorgente da cui proviene il singolo granello di sabbia. Inoltre insieme a colleghi assegnisti di altri dipartimenti abbiamo vinto il Bicocca Starting Grants 2020, per studiare i sedimenti del fiume Magra e analizzare la dinamica delle sue alluvioni nel tempo.

Per quanto riguarda il ballo, invece, come hai iniziato?

Ho iniziato a ballare a sei anni, insegno da quando ne ho 16. Finito il liceo, grazie ad uno scherzo di un amico, ho partecipato a un’audizione presso la SPID, Scuola Professionale Italiana Danza. Mi hanno preso in quest’Accademia triennale a cui mi sono iscritta contro il volere dei miei genitori, che han sempre voluto mi iscrivessi ad un corso di laurea, cosa che poi ho fatto proprio perché era qualcosa che volevo fortemente anch’io. Ormai da quindici anni porto avanti queste due carriere, a volte in alternanza a volte parallelamente, cercando sempre di dare il meglio in entrambe. Da qualche anno ho inaugurato un’associazione sportiva che si chiama Tango LaB, insegno regolarmente a Milano e a Como.

Perché proprio il Tango tra tanti tipi di ballo?

Nel 2010 son stata in vacanza a Buenos Aires. Già ero ballerina professionista, ma conosciuto il tango ho subito capito che era quello che volevo fare. Mi ha colpito il rapporto a due che ne è alla base; è un ballo improvvisato, basato sulla fiducia. Proprio perché nella vita sono una donna molto determinata e indipendente, ho scoperto che ogni tanto affidarmi alle braccia di un altro è appagante. Nel tango, infatti, è l’uomo a proporti i passi da fare. Per tre minuti, sei avvolta dall’abbraccio del tuo compagno che ti propone i movimenti. Questo non vuol dire che la donna sia succube o esecutrice, la sua personalità infatti, esce nel modo in cui esegue i passi, con un colore che è solo suo. Il tango aiuta a riscoprire il lato più femminile e ad avere più sicurezza in noi stesse.

Analogie e differenze tra queste due attività?

Di analogie in realtà non ce ne sono molte… a parte che amo tutto ciò che luccica! Da sempre adoro i minerali e li colleziono da quando sono bambina. Mi sono iscritta a geologia pensando di fare la gemmologa, in realtà ora studio i minerali detritici e mi sono appassionata di tutto ciò che li riguarda. Il ballo invece mi permette di ricoprirmi di strass e pailettes. In realtà, credo siano attività complementari che attivano due lati diversi della mia personalità che convivono. Non potrei sacrificare uno dei due. Così se da un lato apprezzo la scienza, che è rigore in quanto ogni procedimento dev’esser riproducibile, dall’altro amo l’arte che mira ed esalta l’interpretazione ed espressione personale.

La collaborazione con Roberto Bolle può definirsi un sogno che si avvera?

Assolutamente sì! Avevo i suoi poster appesi in camera e l’autografo incorniciato. Mi ha scelta nel 2018 per un primo lavoro cui ne sono seguiti altri, quindi ho partecipato a OnDance 2018 poi ripetuto in streaming nel 2020 dalle Gallerie d’Italia di Banca Intesa e al programma Rai “Danza con me”. Nel 2022 mi sono esibita in Piazza Castello per il Gala di OnDance. Da quando ero in accademia per me è sempre stato un modello e un idolo, ballare con lui è stato il coronamento di un sogno.

Un sogno di ricerca invece?

Anche quelli in realtà li sto realizzando. Sia il progetto sui pirosseni, sia quello sul fiume Magra mi danno grandi soddisfazioni. Ho appena finito di scrivere un articolo per Chemical Geology che è stato accettato e ne ho in cantiere altri tre. Però il mio assegno di ricerca qui in Bicocca sta volgendo al termine, mi manca solo un altro anno, quindi direi che il mio sogno sarebbe riuscire a continuare a fare ricerca sui miei amati minerali.