Due studi coordinati da ricercatori e medici dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Ospedale San Gerardo protagonisti al meeting annuale della Società Americana di Ematologia (ASH – American Society of Hematology), che si è svolto tra il 7 e il 10 dicembre a Orlando, Florida. Durante le quattro giornate di quello che è l’evento internazionale più importante in ambito ematologico – con circa 30mila medici e ricercatori partecipanti – sono stati presentati 850 studi scientifici, scelti tra più di 8mila abstract inviati. Tra questi sono stati selezionati anche i progetti di ricerca coordinati da Elisa Diral, specializzanda dell’Università, ed Elena Elli, responsabile del servizio Sindromi mieloproliferative croniche del San Gerardo. «Per noi un riconoscimento di altissimo valore», commenta Carlo Gambacorti-Passerini (nella foto), professore ordinario di Malattie del sangue dell’Ateneo e direttore del reparto di Ematologia e CTA all’Ospedale San Gerardo, che ha partecipato al congresso insieme ad altri 5 colleghi del San Gerardo ed ha moderato una delle sessioni sulla Leucemia Mieloide Cronica.
A questo risultato si deve aggiungere anche una relazione orale su invito sull’interazione tra cancro e coagulazione, tenuta da Anna Falanga, professore straordinario di Milano-Bicocca e direttore del servizio emotrasfusionale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Professor Gambacorti-Passerini, che significato ha avuto per il reparto da lei diretto questo doppio invito proveniente dall’ ASH – American Society of Hematology?
Questo congresso rappresenta l'evento più importante a livello mondiale in questo ambito e non era mai accaduto che l'Ematologia adulti del San Gerardo ricevesse un simile riconoscimento. Dal punto di vista scientifico significa che siamo molto produttivi. Siamo stati l’unica Ematologia lombarda, se non italiana, presente con due presentazioni orali e la moderazione di una sessione.
Può descriverci il contenuto dello studio presentato dalla dottoressa Elisa Diral?
Si tratta di uno studio internazionale coordinato da Università di Milano-Bicocca su 107 pazienti con Leucemia Mieloide Cronica che hanno sospeso la terapia con imatinib, farmaco sviluppato 20 anni fa proprio all'interno dell’Università di Milano-Bicocca. Questo studio ha identificato una problematica finora non nota: i pazienti che smettono la terapia mostrano un certo aumento del carico di cellule leucemiche, anche se queste ultime rimangono molto basse. Una situazione nuova da valutare con attenzione.
Invece la ricerca coordinata dalla dottoressa Elena Elli si è concentrata su?
Pazienti affetti da Mielofibrosi. È uno studio coordinato a livello nazionale che ha mostrato come in questi soggetti sia importante un bilanciamento del ferro perché, dovendo sottoporsi a molte trasfusioni, rischiano di avere un sovraccarico di ferro con effetti negativi sulla risposta della malattia stessa. Per questi pazienti è quindi importante introdurre una terapia “chelante”, che consenta di ridurre gli eccessi di ferro nell’organismo.
Quali sono le prospettive per il reparto di Ematologia e Cta del San Gerardo?
Puntiamo a continuare a ottenere risultati e riconoscimenti importanti e a diventare una delle colonne del costituendo IRCCS..