Un progetto di formazione nato da una storia di collaborazione e di ricerca che vede protagonisti da diversi anni l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e il Museo MA*GA di Gallarate. Un lavoro sinergico che ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, materiale e immateriale, l’accessibilità e la partecipazione dei cittadini, degli studenti, dei docenti.
Ne parliamo con Franca Zuccoli, coordinatrice del dottorato in Patrimonio immateriale nell’innovazione socio-culturale e delegata della Rettrice per le attività museali dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Lorena Giuranna, Responsabile del Dipartimento di educazione al patrimonio e alta formazione del Museo MA*GA e Corinne Mazzoli, artista e dottoranda presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Milano-Bicocca con una ricerca sul processo educativo come pratica artistica.
Per arrivare all’ideazione di questa formazione ci siamo interrogate a lungo sul significato del termine accessibilità - ha commentato la professoressa Zuccoli - e abbiamo individuato nella ricerca di alcune parole, ricche di contenuti e di implicazioni pratiche, oltre che nella formula del dialogo tra due personalità significative, con una differente storia professionale, il punto saliente di una tipologia diversa di modalità formativa.
E in effetti già nel titolo del progetto, "La Parola Giusta", emerge un’attenzione particolare al linguaggio. Linguaggio che, come sottolinea Lorena Giuranna, è un mezzo espressivo in continua evoluzione o involuzione, è come una pelle che si adatta alle persone, alle esigenze e alle differenze. In questa epoca storica siamo davanti a una riforma linguistica che parte, come spesso accade “dal basso”, e prende le mosse dall’esigenza di considerare la persona in sé e non le sue eventuali divergenze. Nell’ambito delle arti contemporanee molte differenze e disabilità sono disattivate dagli aspetti creativi che ognuno può impiegare, in modi inaspettati. Questa è la forza dei percorsi formativi e pedagogici basati sull’arte.
Il percorso affronta otto temi chiave. Dottoressa Giuranna, come sono stati selezionati e quale filo conduttore li lega nel rapporto tra arte e pedagogia?
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Sono stati pensati in modo intuitivo, basandosi su un’esperienza museale ventennale in cui, unendo educazione e storia dell’arte, sono state selezionate parole che rappresentano questioni aperte, urgenti, sempre prese in considerazione in modo trasversale tra le discipline e tra Arte, Pedagogia e Accessibilità. Il corpo, ad esempio, è centrale in molte esperienze artistiche e performative e allo stesso tempo è uno strumento chiave per l’apprendimento e il rapporto tra persona e spazio; l’immaginario è il motore del pensiero culturale, che funzione ha nel pensiero divergente? E così via ..
Le parole individuate, che ci permetteranno di realizzare insieme questo viaggio sono: percezione, corpi, gioco, immaginario, mente, territori, parole, metodi.
In questo progetto l’accessibilità non è intesa solo in senso fisico, ma anche in chiave culturale e cognitiva. In che modo l’arte può diventare uno strumento per promuovere inclusione ed educazione, secondo questa prospettiva?
Riteniamo che ogni forma d’arte possa essere un ponte aperto su prospettive ricche e in costante relazione con la complessità della società contemporanea - commenta Franca Zuccoli - L’idea di fondo è che la stessa arte possa essere uno strumento potente per realizzare azioni educative inclusive, ricordando le parole di Herbert Read “education through art”. Nelle pratiche artistiche del contemporaneo un’attenzione privilegiata va al corpo, agli spazi e ai materiali, agli strumenti, alla processualità delle realizzazioni. Dialogare in termini artistici su queste proposte è un modo per poter riflettere direttamente su che cosa intendiamo per processi di insegnamento-apprendimento, per costruzione condivisa delle conoscenze, come pure per affrontare tematiche molto approfondite e significative, come i bambini e le bambine ed i giovani ci chiedono.
Quali strategie possono favorire un’esperienza artistica realmente accessibile e inclusiva?
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L’Arte è inclusiva per definizione perché accoglie le diversità, il pensiero divergente e “non funzionale” - sottolinea Lorena Giuranna - Certamente questo non appiattisce le difficoltà di chi ha un problema cognitivo importante, ma di sicuro al Museo si hanno una grande libertà d’azione educativa e tante opportunità per aggirare l’ostacolo e fare centro.
Questo progetto si inserisce in una collaborazione più ampia tra l’Università Bicocca e il Museo MAGA. Quali opportunità offre il dialogo tra ricerca accademica e istituzioni museali?
La collaborazione tra musei e università è sempre esistita, e il rapporto tra l’Università degli Studi di Milano Bicocca e il Museo MA*GA ne è un bell’esempio. In questi anni siamo di fronte a un consolidamento importante - commenta Lorena Giuranna - facilitato dalle visioni professionali di chi lavora nelle istituzioni e si adopera per creare sodalizi, trasversalità di sguardi e opportunità di crescita culturale e di lavoro. Oggi i musei sono veri e propri centri di ricerca e la collaborazione col mondo accademico è costante e in crescita.
Franca Zuccoli sottolinea inoltre che in questo percorso di formazione, grazie al finanziamento del PNRR, alcuni dottorandi hanno avuto l’opportunità di lavorare direttamente sul campo in numerosi enti, facendo ricerca dall’interno, osservando, partecipando, relazionandosi con la complessità del lavoro nelle istituzioni. E al contempo hanno continuato a studiare e a fare ricerca, con un periodo all’estero di un minimo di sei mesi, in realtà che operano nello stesso settore. Questo percorso fa incontrare dottorandi, artisti, ricercatori, docenti grazie ai dialoghi in cui le parole chiave risultano riferimenti diretti per parlare anche delle ricerche. La curatela è a più voci con la presenza dell’importante apporto di Corinne Mazzoli, artista e dottoranda, che ha seguito in modo puntuale tutte le fasi ideative e parteciperà con noi nei vari incontri.
Altra figura presente in questo percorso è quella di Marta Begna, che sta realizzando un altro progetto di ricerca presso il MuBiG, una realtà significativa sorta nel quartiere di Greco, vicino alla nostra Università, grazie ad ABCittà e attualmente in partnership con l’Università Bicocca.
Il progetto La parola giusta si articola in 8 incontri, a partire dal 22 febbraio 2025 per concludersi a marzo 2026. Dottoressa Giuranna, che tipo di risultati vi aspettate da questo percorso?
Il corso sta vedendo la partecipazione di tantissime persone del mondo dell’educazione che si sono iscritte a tutti gli incontri, e questo importante risultato “numerico” è già di per sé una grande soddisfazione. Ci auguriamo quindi che i vari appuntamenti in calendario possano rappresentare un'occasione importante di dialogo, opportunità di crescita reciproca, scambi di buone pratiche e connessioni tra educatrici e educatori di ambiti disciplinari differenti.
Professoressa Zuccoli, quali possono essere le ricadute pratiche per i partecipanti?
La nostra idea è che i corsi di formazione realizzati con e nei musei o nei luoghi della cultura possano avere una forza in più, aprire nuove riflessioni, proporre pratiche differenti da quelle più consuete. In questo caso la pluralità delle voci e le diverse professionalità sono una modalità di ampliare il confronto e la partecipazione ai dibattiti contemporanei. I docenti, gli educatori sono la prima porta verso la cultura per moltissimi bambini e bambine, oltre che per i giovani. Realizzare queste formazioni è un modo per rimanere in contatto e confrontarsi nei luoghi in cui la cultura si rende visibile.
Corinne Mazzoli, come si inserisce la sua ricerca in questo progetto?
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Il percorso di ricerca che sto portando avanti dal 2023 tra il Dipartimento di Scienze della Formazione e il museo MA*GA si focalizza sul processo educativo come pratica artistica e parte da una serie di esperienze laboratoriali che ho condotto presso vari enti di formazione pubblici e privati, musei e istituzioni che si occupano di arte contemporanea.
Il mio coinvolgimento nella progettazione di questo intervento formativo è nato proprio grazie al dialogo con il dipartimento educazione del Museo MA*GA e in particolar modo con Lorena Giuranna. Sono state proprio le situazioni più informali di dialogo quotidiano come i viaggi in macchina o le pause caffè, che hanno avviato idee e stimolato riflessioni sul linguaggio, sulla parola, sull’arte come agente trasformatore, come connettore. Queste e altre riflessioni hanno così dato forma a una serie di interventi che vedono artisti in dialogo con ricercatrici, ricercatori, docenti universitari. Abbiamo deciso di avviare e promuovere una serie di relazioni tra persone che non si conoscevano prima, ma che avevano tematiche di ricerca affini, e con diversità di linguaggio. Una sfida molto stimolante, perché il linguaggio è legato alla facoltà umana di comunicare, può essere inclusivo o esclusivo, ma parla sempre e comunque di accessibilità.