Sono raccolte in un libro pubblicato da Bompiani e intitolato “Intelligenza artificiale. L’uso delle nuove macchine” le riflessioni proposte da Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea, e Federico Cabitza, tra i maggiori esperti di intelligenza artificiale, nel corso della terza edizione della Martini Lecture. L’iniziativa – promossa dal Centro “C. M. Martini” in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, la Fondazione Carlo Maria Martini e la casa editrice Bompiani, con il patrocinio della Diocesi di Milano – si è tenuta nell’aula magna dell’edificio Agorà. Coordinati dalla giornalista scientifica Elisabetta Curzel, i relatori hanno mosso le loro riflessioni partendo da alcuni testi del Cardinale Martini.
La rettrice Giovanna Iannantuoni, in apertura dei lavori, ha ricordato come l’Università di Milano-Bicocca, insieme a Statale e Pavia, abbia avviato un corso di laurea triennale in Intelligenza Artificiale. Nel suo intervento introduttivo, il presidente della Fondazione Carlo Maria Martini padre Carlo Casalone ha sottolineato come sullo sfondo della tematica legata all’intelligenza artificiale ci sia il rapporto tra fede e scienza. Inoltre, ha ricordato l’obiettivo di questi incontri: seguire l’esempio del cardinale Martini che non ebbe paura di affrontare gli interrogativi che il nostro tempo pone.
Il professor Cabitza ha evidenziato come sia impossibile pensare di poter affidare all’intelligenza artificiale anche le decisioni di tipo etico, campo di azione esclusivo dell’uomo. E ha proposto una “strategia della preoccupazione” come linea guida per chi è chiamato a progettare macchine digitali. Strategia fondata sul «timore di poter realizzare il male, in maniera tale da scegliere sempre l’azione più prudente».
Il professor Floridi ha sollecitato tutti a riflettere sul fatto che l’intelligenza artificiale è una nuova forma di agire e non una nuova forma di intelligenza, ricordando che essa non diminuirà la responsabilità umana ma, essendo uno strumento per poter intervenire in una pluralità di ambiti, la accrescerà.