Un colpo d’acceleratore per promuovere l’economia circolare. È lo spirito dell’accordo di collaborazione che l’Università di Milano-Bicocca, insieme a Politecnico, Statale e Pavia e al Cnr, ha stretto con la Regione Lombardia. Il riferimento al mondo dei motori non è casuale perché il patto è finalizzato a potenziare la ricerca e l’innovazione e a trasferirne i risultati al mondo delle imprese di un comparto strategico come quello automobilistico. La Regione ha previsto investimento triennale di 5 milioni di euro; altrettanto faranno i 5 partner. Quella che nascerà sarà una infrastruttura diffusa nella quale si studieranno e si metteranno a punto processi innovativi per garantire il riciclo di tutti i componenti, principalmente del pacco batteria. Un passaggio cruciale in un momento in cui il settore auto sta vivendo una fase di profonda trasformazione, con le vetture ibride ed elettriche che stanno conquistando fette di mercato sempre più ampie.
Nell’Unione Europea sono stati raggiunti risultati importanti per quanto riguarda il riciclaggio delle batterie al piombo-acido per autoveicoli, mentre per quelle agli ioni di litio delle auto elettriche le percentuali sono molto basse. Anche per questo è in via di definizione una nuova direttiva, con misure più stringenti di quella varata 15 anni fa. «Lo scopo dell’Hub per l’Economia Circolare che l’accordo tra Università, Cnr e Regione punta a creare vuole essere la realizzazione di una piattaforma tecnologica capace di studiare e mettere a punto dei processi innovativi e virtuosi. L’Università di Milano-Bicocca si occuperà prevalentemente dei processi di recupero degli elementi critici che compongono le batterie delle auto elettriche come il litio, il cobalto e la grafite», spiega Piercarlo Mustarelli, professore di Chimica Fisica Applicata e referente dell’Ateneo per l’accordo.
Il problema va affrontato in una duplice chiave: a monte e a valle del ciclo di vita del prodotto. «Parliamo di materiali critici e strategici che sono spesso nelle mani di multinazionali che fanno riferimento ad alcuni Paesi che sono i principali fornitori, per cui c’è un problema di approvvigionamento. Dall’altro versante c’è il problema dello smaltimento, per il quale siamo legati ai pochi impianti che si trovano prevalentemente in Cina. Già oggi abbiamo accumulato centinaia di migliaia di tonnellate di materiali critici da smaltire. La sfida che abbiamo davanti – sottolinea Mustarelli – è quella di fare in modo che il passaggio dalle auto tradizionali a quelle ibride o elettriche vada davvero a beneficio dell’ambiente e non sposti solo il problema dalle emissioni ad altri fronti come quello della produzione di energia elettrica o dello smaltimento. È in questo che l’Hub per l’Economia Circolare può dare un contributo». Come? «Sono previste linee di ricerca su processi di recupero meno costosi e invasivi, ma ci sono anche professionalità per studiare nuovi materiali da impiegare – aggiunge il docente – Nello specifico, Bicocca si occuperà della caratterizzazione chimico-fisica dei materiali ottenuti con i processi di riciclo».
La Regione Lombardia, grazie alla delibera di giunta approvata nei giorni scorsi su proposta dell’assessore all’Istruzione, Università, Ricerca Fabrizio Sala, di concerto con l’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo, destinerà la propria parte di risorse all’acquisto delle attrezzature. L’investimento delle Università coprirà anche le spese per il personale e quelle di gestione. I risultati del lavoro portato avanti verranno messi a disposizione degli stakeholders che avranno la possibilità, grazie alla nuova infrastruttura, di validare prodotti, processi e sistemi produttivi circolari.
Ma l’Hub darà l’opportunità anche di formare professionisti di vari settori pronti alle sfide che li attendono in un ambito lavorativo in rapida evoluzione. «La possibilità di svolgere tirocini o attività per la preparazione della tesi sarà un arricchimento anche per gli studenti», conclude Mustarelli.