Diventare tutor: un’opportunità unica e arricchente - Bnews Diventare tutor: un’opportunità unica e arricchente

«Diventare tutor di un ragazzino è una sfida perché è una relazione tutta da conquistare. Il tutoraggio avviene a distanza: questa modalità, se da un lato può facilitare l’apertura dei ragazzini, dall’altro può essere un ostacolo. Ma, come testimonia chi ha già fatto quest’esperienza, è sempre arricchente e gratificante.» Così Giulia Pastori, docente e coordinatrice del programma TOP – Tutoring online program, ci spiega la chiave del successo del progetto giunto alla quarta edizione. Ideato dall’Università Bocconi, in collaborazione con Bicocca, CIAI e Fondazione Cariplo, quest’anno TOP coinvolge 12 atenei lombardi.

Quali sono i principali obiettivi del Tutoring online program?

Il progetto TOP ha un primo grande obiettivo: creare un nuovo circuito di solidarietà e supporto volontario per aiutare ragazzine e ragazzini della scuola media superiore di primo grado, con difficoltà scolastica di apprendimento. Si inserisce quindi nelle azioni mirate al superamento del cosiddetto “learning loss” (perdita di apprendimento) acutizzatasi con la pandemia.

Oltre questo scopo primario, ci sono però anche obiettivi più ampi, che toccano la dimensione della motivazione alla scuola, dell’avere dei modelli positivi di studenti un po’ più grandi che sanno empatizzare a supporto delle difficoltà che possono esserci.

Un altro ordine di obiettivi è rivolto agli studenti universitari che attraverso questa esperienza possono sentirsi una grande risorsa per studenti della scuola secondaria inferiore, apprendendo in questa relazione di aiuto anche delle competenze a livello di crescita umana e professionale. Saper capire l’altro, leggere le sue esigenze nello studio e oltre, sono soft skills e sensibilità importanti e valorizzate anche a livello lavorativo.

Milano-Bicocca e CIAI sono responsabili della formazione dei tutor: come si svolge?

Il tutor è formato in ingresso ed è poi accompagnato in itinere da supervisori per tutta la durata del suo lavoro, della durata di tre mesi (rinnovabili). Non si è mai abbandonati, ma c’è una rete di supporto di professionisti che segue il percorso.

Il primo step è quindi una formazione che si svolge sia in presenza, tenuta da CIAI – Centro italiano aiuti all’infanzia, sulla Child protection policy, sia in remoto, svolta da Milano-Bicocca, su aspetti essenziali come: saper leggere una relazione di tutoring, elementi di apprendimento e infine su aspetti più specifici sulla didattica delle discipline (es. della matematica, della lingua inglese, della lingua italiana..). Qualche suggerimento viene fornito anche sui bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento, ma va precisato che ai tutor non vengono assegnati i casi più complessi di apprendimento.

Qual è il compito dei supervisori?

I supervisori sono un gruppo di educatori coordinati da CIAI. Milano-Bicocca offre un gruppo di sei esperti specializzati nelle discipline pedagogiche-didattiche. Questi hanno il compito preciso di formare i supervisori e i tutor, e di supportarli, verificando l’andamento del lavoro attraverso incontri online periodici, in gruppo o anche individuali, nei quali chiedono come sta andando, quali problematiche stanno riscontrando.

Quale riscontro tra i tutor dopo l’esperienza?

È senza dubbio un’esperienza che agli studenti universitari è piaciuta molto, lo testimonia anche il fatto che alcuni l’hanno ripetuta per più anni. È un’opportunità unica, dove i tutor diventano come dei “fratelli e sorelle maggiori” con cui stabilire una relazione, in una società in cui spesso si vive isolati. È un compito delicato, che richiede attenzione particolare in quanto si ha a che fare con minori. Ogni tutor è come una sonda che può cogliere segnali che spesso agli adulti di riferimento - es. insegnanti, genitori…- non arrivano, allertando i supervisori. Questa prossimità che si crea, apre infatti al dialogo e alla confidenza.

Da quest’anno, inoltre, l’esperienza di tutoraggio sarà certificata digitalmente grazie all’assegnazione di un Open Badge.

Dal punto di vista dei tutee (gli studenti del tutor) quali vantaggi avete potuto verificare?

I dati di tutte le precedenti edizioni evidenziano che le ricadute sulle ragazzine e ragazzini della scuola media di primo grado, sono molto positive rispetto sia agli apprendimenti sia alla percezione di gradimento del progetto complessivo. In particolare, il dato del benessere complessivo è sempre stato molto alto, in particolare durante gli anni della pandemia, quando il tutor ha rappresentato in molti casi una relazione fondamentale. Nell’ultima rilevazione il dato è sempre alto ma un po’ meno significativo, probabilmente a causa del ritorno alla normalità scolastica e relazionale.

Tutte le informazioni per partecipare alla call - con scadenza il 24 ottobre 2022 - sono disponibili sul sito TOP.