Api, farfalle, coleotteri e altri animali fantastici e dove trovarli - Bnews Api, farfalle, coleotteri e altri animali fantastici e dove trovarli

Api, farfalle, coleotteri e altri animali fantastici e dove trovarli

Api, farfalle, coleotteri e altri animali fantastici e dove trovarli
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Sembra strano a pensarsi, ma una parte importante del nostro benessere come specie animale che abita un ecosistema si deve a esseri viventi molto piccoli a cui normalmente prestiamo poca attenzione: gli insetti impollinatori. Come spesso succede ci si accorge della loro importanza quando il loro contributo rischia di venire a mancare, ce lo racconta l’ecologo Paolo Biella, ricercatore del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze, il cui gruppo di lavoro si è aggiudicato tre finanziamenti importanti da parte dell’Unione Europea, per complessivi ottocentomila euro circa.

Ape da miele su albero ornamentale Pittosporo
Ape da miele su albero ornamentale Pittosporo

Ci racconti come sono nati questi tre progetti

I progetti sono diversi per l’area geografica su cui insistono e per il focus di ciascuno, ma l’elemento che li accomuna è il servizio benefico che gli insetti impollinatori svolgono nei confronti della natura e della società nel suo insieme: basti accennare alla loro importanza per la nostra alimentazione, attraverso l’agricoltura, o ad aspetti più sociali, visto che come esseri viventi stiamo meglio in contesti più verdi e in cui la biodiversità è più ricca, o infine ad aspetti prettamente economici: settori come la cosmetica dipendono anche dal loro contributo. Due sono progetti Horizon e uno è un progetto Life, che sono diverse iniziative promosse dall’Unione europea: i due Horizon sono molto estesi, riguardano svariati paesi dell’Unione, il Life è invece più incentrato sull’Italia e alcuni paesi mediterranei.

Dittero della famiglia dei Sirfidae specie Eupeodes corollae, in accoppiamento
Dittero della famiglia dei Sirfidae specie Eupeodes corollae, in accoppiamento

Siamo orgogliosi del fatto che attraverso questi progetti possiamo dare continuità ad un lavoro che già da diversi anni abbiamo intrapreso, per esempio grazie ai fondi PNRR. Da anni testiamo l’efficacia di strisce di fiori, cassette nido, incremento della qualità dell’habitat a piccola scala, abbiamo distribuito kit per la biodiversità a 18 città italiane e portiamo avanti diverse azioni nell’ambito del National Biodiversity Future Centre, che è un grande consorzio italiano che si occupa di biodiversità, con quasi 160 partner in tutta Italia. Si può dire che questi nuovi progetti sono lo sviluppo naturale del nostro lavoro di ricerca e intervento: c’è molto bisogno di intraprendere azioni di tutela degli insetti perché stanno declinando in tutti i contesti in Europa e nel mondo.

Parlavamo dell’impatto economico che ha la presenza degli insetti in un territorio, mi pare che sia uno degli elementi distintivi del progetto BUTTERFLY

Sì, è un progetto che si concentra sugli insetti come vettori di un servizio ecosistemico e due unità di lavoro si occuperanno di quantificare il valore economico che direttamente o indirettamente dipende dalla loro attività sui fiori. Questa parte sarà portata avanti in particolare da colleghi economisti afferenti ad altri partner, ma in parte anche sulla base dei dati e informazioni che forniremo noi. Per questo stiamo ultimando la creazione di un Living Lab, che è una rete estesa di enti in cui raccogliere e quantificare tutti gli aspetti legati al progetto, anche questi aspetti economici. Il progetto prevede la creazione di altri living lab in Olanda, Norvegia, Grecia, Francia e Spagna.

Ape selvatica, Imenottero della famiglia Apidae della specie Xylocopa violacea su papavero ornamentale
Ape selvatica, Imenottero della famiglia Apidae della specie Xylocopa violacea su papavero ornamentale

Dell’équipe della Bicocca fanno parte il professor Labra, che è un botanico, io, in qualità di ecologo, e il professor Gallace del Dipartimento di Psicologia, che essendo un esperto di realtà virtuale avrà il compito di riprodurre virtualmente delle situazioni di estinzione: misureremo le sensazioni da parte di coloro che potrebbero trovarsi a vivere questi scenari.

Per quanto riguarda la rete degli interlocutori privilegeremo i produttori di frutti perché già da qualche anno abbiamo concentrato la nostra attenzione sul ruolo che gli insetti hanno nell’aumentarne la qualità nutrizionale. I frutti impollinati hanno più micronutrienti rispetto ai frutti prodotti per autoimpollinazione: non sappiamo ancora perché, ma sembra che la pianta sia in grado di riconoscere e investire di più sui semi impollinati dagli animali, rispetto a quelli autofecondati.

Ape selvatica, Imenottero della famiglia Apidae della specie Xylocopa violacea su papavero ornamentale
Ape selvatica, Imenottero della famiglia Apidae della specie Xylocopa violacea su papavero ornamentale

Veniamo al secondo progetto Horizon…

Il secondo progetto si chiama ProPollSoil è incentrato sulla qualità dei suoli, e inizierà a ottobre. I suoli sono da tempo al centro dell’interesse dell’Unione Europea, c’è una strategia per il monitoraggio e la mappatura dei suoli inquinati. Dato che molti insetti fanno il nido nel suolo, si è voluto dare avvio a questo progetto di carattere conoscitivo; cercheremo di capire dove nidificano gli impollinatori, in quali tipologie di suolo. Per Bicocca siamo il professor Galimberti ed io.

Punteremo l’obiettivo sull’interfaccia tra suolo e habitat: per esempio tipicamente nelle zone agricole se si ara in modo intensivo si vanno a danneggiare i nidi nel suolo, lo stesso se si utilizzano troppi pesticidi, oppure tagliando spesso l’erba nei parchi in città. Insomma, è un progetto essenzialmente conoscitivo, gli insetti sono piccoli e capire dove vanno a fare il nido non è semplice, alcuni nidificano nei buchi del legno e in quel caso è più facile studiarli: siamo riusciti a predisporre le condizioni anche qui in Bicocca, in Piazza della Scienza. Al suolo però è molto più complicato.

E del progetto Life cosa possiamo dire?

Anche in questo caso della Bicocca siamo il professor Galimberti ed io. Questo progetto è capitanato da Legambiente, vi partecipano anche comuni come Campobasso, Varese, Siena, Roma, poi ci sono un ente greco e uno francese: quindi, direi che l’elemento dominante è italiano. È molto applicativo, perché si occupa di due cose fondamentalmente: aumentare gli habitat idonei per gli impollinatori in città e produrre delle linee guida specifiche per ogni tipo di intervento. Dovremo considerare le sfide nuove che emergono: i nuovi fattori di stress che si vanno ad aggiungere all’inquinamento o alla cementificazione. Costringeremo i Comuni a creare delle aree, delle oasi per impollinatori. Sarà importante la valutazione quantitativa, lo stato dell’arte prima e dopo l’intervento, per capire se ha dato un beneficio e in che misura.

Ape selvatica, Imenottero della famiglia Alittidi su Rosa ornamentale
Ape selvatica, Imenottero della famiglia Alittidi su Rosa ornamentale

Ma come fate a stimare la popolazione degli insetti?

In parte si utilizzano dei sensori che monitorano a ciclo continuo, permettono di contare gli individui tramite i ronzii: specie diverse di insetti, aventi dimensioni leggermente diverse, si collocano su lunghezze d’onda leggermente diverse, di solito è possibile fino ad un certo punto anche capire cosa sono, poi si può comunque integrare usando i tradizionali retini. Si può stimare la popolazione, bisogna campionare in modo un po’ intensivo, ma si può fare.