Dallo studio dei molluschi risposte utili su stress ambientale e ripristino degli habitat marini - Bnews Dallo studio dei molluschi risposte utili su stress ambientale e ripristino degli habitat marini

Dallo studio dei molluschi risposte utili su stress ambientale e ripristino degli habitat marini

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Dallo studio dei molluschi emergono risposte utili non solo per comprendere l’impatto dei fattori di stress ambientale sugli ambienti marini, ma anche per ammirare e utilizzare le proprietà e le capacità di questi particolari organismi in un’ottica di tutela, rigenerazione di habitat deteriorati e sviluppo di un’economia sostenibile.

All’approfondimento di questi temi Erica Gabrielli, studentessa e laureanda in Marine Sciences ha dedicato la propria tesi di laurea intitolata “Physiological, morphological and stress responses of the cultured Mediterranean mussel Mytilus galloprovincialis (Lamarck, 1918) in the gulf of La Spezia”.

«Il mio progetto di tesi – racconta Erica -, realizzato in collaborazione con ENEA e l'Università di Milano-Bicocca, è stato un viaggio alla scoperta del mondo dei mitili. Attraverso un intero anno di ricerca, ho esaminato vari aspetti fisiologici e morfologici di questi organismi, valutando gli stress ambientali e i flussi di carbonio.

Questa collaborazione tra istituzioni ha lo scopo di aggiungere un tassello al tema della sostenibilità nella mitilicoltura in termini di emissioni di carbonio. È stata un'esperienza intensa ed istruttiva che mi ha aperto le porte al mondo della ricerca».

Incontriamo Davide Seveso, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra e vice-direttore del Marhe Center dell’Università di Milano-Bicocca, che ha seguito il lavoro di Erica in qualità di relatore interno.

In cosa si è tradotta l’attività di ricerca svolta in Bicocca?

Il lavoro di Erica si è sviluppato su vari fronti e ha richiesto una serie di indagini. Essendo la tesi di Erica parte di un progetto di Smart Bay S. Teresa, promosso da AMA (Associazione Mediterranea Acquacoltori) con l’obiettivo di contabilizzare il carbonio fissato dalla mitilicoltura di La Spezia, ha previsto la partecipazione di diversi attori tra cui la Cooperativa di Mitilicoltori Associati di La Spezia, che ha fornito i campioni militi mensilmente, e il Centro Ricerche Ambiente Marino dell’ENEA di Santa Teresa (La Spezia), che gestisce con gli altri enti di ricerca del territorio un osservatorio marino ad alta risoluzione nel Golfo e studia le risposte morfologiche e fisiologiche di organismi calcificanti.

In Bicocca invece sono stati analizzati ulteriori parametri di natura molecolare ed indicatori di stress cellulare. Nel dettaglio, si è investigata l’attività di particolari enzimi antiossidanti come l’enzima Superossido Dismutasi che agisce nel rimuovere l’eccesso di radicali ossigeno e specie reattive dell’ossigeno che possono causare danni a vari compartimenti cellulari. L’incremento dell’attività di questo enzima indica quindi la presenza di uno stress ossidativo.

Il fattore conservativo in questo genere di operazioni è determinante; i campioni da analizzare sono stati istantaneamente congelati a -80° in azoto liquido e trasferiti a Milano in Bicocca presso il laboratorio del Marhe Center.

Si tratta di analisi che abitualmente svolgete nell’ambito dell’attività del Marhe Center?

Studiamo intensivamente gli effetti e l’impatto che lo stress ambientale produce soprattutto su coralli e spugne. Questi organismi sessili sono ancorati ai fondali e chiaramente non possono reagire spostandosi per cercare situazioni più favorevoli e per sfuggire ai fattori di stress, quali tipicamente l’aumento della temperatura dell’acqua o la variazione di altri parametri chimico-fisici delle acque.

Tale condizione induce però una reazione cellulare che può essere rilevata e analizzata attraverso l’analisi di specifici biomarkers cellulari, come determinate proteine e particolari enzimi, che ci danno informazioni sullo stato generale di salute dei coralli e che potremmo paragonare ai valori del nostro esame del sangue.

La stessa metodologia può essere quindi utilmente applicata ai mitili oggetto della tesi di Erica.

Cosa può dirci sulla collaborazione tra ENEA e Bicocca?

Abbiamo cooperato in particolare con Chiara Lombardi che lavora presso il laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici del Centro Ricerche Ambiente marino dell’ENEA di S. Teresa dove nell’ambito del PNRR RAISE -Ecosistema dell’Innovazione Regione Liguria- si sta sviluppando un progetto di ripopolamento dell’ostrica piatta (Ostrea edulis) nel Golfo di La Spezia. Tra le diverse azioni, il progetto prevederà l’utilizzo di “nature based solutions”, realizzate con scarti della molluschicoltura, come gusci di mitili e fibre naturali, per favorire la colonizzazione da parte di molteplici organismi marini e dunque aiutare la rigenerazione di aree portuali.

La collaborazione con ENEA si è rivelata estremamente interessante e proficua. Da questa esperienza è nata anche la decisione di istituire nell’ambito del dottorato in Scienze Marine, Tecnologie e Gestione del nostro Ateneo, una ulteriore borsa di dottorato, attraverso un bando cofinanziato da ENEA e l’Università di Milano-Bicocca. Questa nuova attivazione prevede un percorso formativo, di cui sono supervisor scientifico, con un focus specifico sullo studio della popolazione di Ostrea edulis, sulle relative attività di trapianto e sulle sue potenzialità di ripristino degli ambienti marini.

Queste ostriche favoriscono infatti la biodiversità in quanto sono in grado, aggregandosi, di creare uno speciale ecosistema attraverso la formazione di strutture particolarmente adatte a ospitare, proteggere e sostenere altre specie. Non solo, contribuiscono anche alla pulizia dell’acqua per effetto della loro notevole capacità filtrante.