“Sicuramente ricorderemo a lungo l’ace col quale Romanó ha chiuso il quarto parziale”, esulta al termine della partita il telecronista di Eurosport. L’Italia ha appena vinto l’oro di volley maschile alla Universiade 2019, a 49 anni dal precedente trionfo. E un punto fondamentale nella rimonta (da 1-2 al 3-2) contro la Polonia al Pala Sele di Eboli, l’ha realizzato Yuri Romanó, opposto monzese di 21 anni per 204 centimetri di altezza, appena passato dall’Olimpia Bergamo all’Emmas Villas Siena. Ma, soprattutto, in forze all’Università di Milano-Bicocca, come studente di Marketing. L’ace ricaduto sulla linea di fondo, sotto lo sguardo incredulo dei polacchi, con il quale gli azzurri hanno vinto il quarto set 25-23 e rimesso in pari la partita prima di vincerla al tie break decisivo per 15-10, è stato uno dei momenti clou del match. E Yuri era appena entrato in campo…
Dai calcoli statistici e dai principi contabili al gradino più alto del podio, che emozione ti porti dentro?
Una fortissima e bellissima emozione. Contro la Polonia in pochi si aspettavano che potessimo vincere. E invece abbiamo fatto una grande partita.
Parliamo dell’ace, punto chiave dell’intero match. Eri appena stato messo in campo da coach Graziosi e i polacchi si erano rifatti sotto con un parziale di 6-1. Come sei riuscito?
In tutte le partite sono entrato per battere e cercare l’ace. Certo non mi aspettavo di farlo sul match point per noi… Ma è andata bene, ho preso la linea, è stato un momento magico.
E più difficile fare un ace entrando a freddo?
È estremamente difficile. Perché ti trovi a battere in salto e cercare di tirare il più forte e preciso possibile senza avere minuti nelle gambe.
E come ci sei riuscito?
La cosa migliore da fare in questi casi è non pensare. Devi solo entrare e tirare. Così ho fatto.
Come avete festeggiato?
Con una cena in albergo. E poi tutti a ballare. Ma senza fare troppo tardi. Avevamo il treno al mattino per tornare a casa.
Sei al primo anno di marketing qui in Bicocca: cosa ti ha spinto a scegliere questo corso?
Questo corso di laurea è in continuità con il mio percorso scolastico. Ho frequentato il liceo scientifico e mi sono sempre piaciute le materie scientifiche: matematica era la mia preferita. Inoltre mio papà è commercialista e, una volta terminata la carriera sportiva, non mi spiacerebbe seguirne le orme.
Prossimo esame?
Ora mi trasferisco a Siena, più lontano rispetto a Bergamo, mi devo riorganizzare con i tempi.
Più difficile vincere l’oro o dare un esame?
Son due cose molto diverse, difficile paragonarle. Ma forse direi l’esame…