Indagare ambiti sociali molto distanti tra loro, ma con finalità comuni: individuare le basi su cui costruire comunità più eque e inclusive. È l’obiettivo di due progetti messi a punto dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca. Il primo studio — denominato sinteticamente ACTIVE.IT — vuole indagare il cambiamento che si è registrato nella vita quotidiana delle persone anziane in questi ultimi due anni. In particolare, la ricerca si propone di approfondire le conseguenze che la pandemia ha avuto sull’invecchiamento attivo: come sono mutate le relazioni e qual è oggi il rapporto tra gli anziani e la tecnologia, il cui ruolo diventa sempre più importante anche per l’accesso ai servizi. Il lavoro avrà una durata di tre anni.
A condurlo saranno le professoresse Emanuela Sala ed Elisabetta Ruspini, l’assegnista di Alessandra Gaia e la dottoranda Ekaterina Kochergina, del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, insieme a colleghe e colleghi dell’Università di Pavia, della Statale di Milano e della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. Tra le finalità che lo studio si propone, c’è quella di offrire un contributo al dibattito pubblico e scientifico sul benessere degli anziani nell’era post-Covid, con un occhio attento alle questioni di genere, e suggerire interventi che possano contribuire allo sviluppo di una società più sostenibile e più equa, in particolare ponendo in risalto la necessità migliorare le competenze digitali anche delle persone avanti con gli anni.
«Il nostro progetto — spiega la professoressa Sala — costituisce un’opportunità unica di monitorare l’impatto della pandemia sul benessere delle persone anziane e capire le risorse da loro adottate per far fronte alle sfide poste dal Covid-19»
ACTIVE.IT è vincitore del bando della Fondazione Cariplo finalizzato all’erogazione di contributi per le attività di studio nell’ambito della “Ricerca Sociale per una società che cambia”. Nell’ambito dello stesso bando un analogo contributo è stato assegnato a ProCEDI, lavoro proposto dalla professoressa Mariapia Mendola, del Dipartimento di Economia, Metodi quantitativi e Strategie d’impresa (DEMS) e che vede impegnati anche il ricercatore Andrea Guariso e l’assegnista di ricerca Sara Giunti. Nello studio sono coinvolti i ricercatori dell’Università di Genova e la Onlus Helpcode.
In questo caso l’attenzione è rivolta ai giovani, in particolare agli studenti delle università e delle scuole superiori. Oggetto della ricerca, il cambiamento demografico in atto in Italia sulla spinta dell’immigrazione e la valutazione dell’impatto che può avere un programma di ‘formazione fra pari’ che combatta i pregiudizi e promuova l’inclusione sociale delle minoranze etniche, sia nel contesto scolastico che fuori di esso. Obiettivo di fondo è superare le diffidenze nei confronti dei migranti in maniera da vincere i pregiudizi ed eliminare fenomeni di discriminazione. Attraverso i ragazzi, il progetto si prefigge di arrivare anche ai loro genitori ed amici, creando una sorta di effetto moltiplicatore. Più in generale, lo studio punta a favorire un dibattito pubblico informato sul dialogo interculturale nell’ambito di una società in rapida evoluzione.
«Sono molto contenta e grata di poter sviluppare questo progetto sul tema dell’immigrazione, della diversità e dell’integrazione — soprattutto culturale — in Italia. È un progetto che ha diverse componenti innovative, dalla sua natura multidisciplinare al design sperimentale, e che ci permetterà — osserva la professoressa Mendola — di fornire delle indicazioni sulle politiche pubbliche inclusive, basate sull’evidenza empirica».