“Una Casa chiamata Albero” è da record: il progetto BiUniCrowd - proposto dai ricercatori e dalle ricercatrici di Scienze dell'Ambiente e della Terra dell'Università di Milano-Bicocca, capitanati da Claudia Canedoli - ha superato tutti gli obiettivi della sua campagna di crowdfunding che si è chiusa il 10 giugno 2024.
Il primo traguardo era raccogliere 10.000 euro per realizzare un modello didattico alto 4,5 metri che riproducesse in modo realistico un albero-habitat e tutta la biodiversità di cui è il perno essenziale. Missione compiuta: porteranno il loro maxi albero al Museo di Storia Naturale di Milano, in occasione della mostra temporanea Viaggio intorno a un albero a partire dal 19 settembre 2024. Ma grazie alle somme raccolte questa sarà solo la prima “dimora” per un albero, completamente smontabile e rimontabile, pensato come strumento didattico itinerante per far conoscere e salvare i patriarchi verdi, i grandi alberi-casa che accolgono un'ampia varietà di esseri viventi.
La campagna di “Una casa chiamata albero” ha raccolto quasi il doppio del primo obiettivo, per la precisione 19.205 euro, ovvero il 192 per cento di quanto prefissato: l’idea di portare in mostra l’albero gigante ha coinvolto infatti molti sostenitori. Ai primi 5.000 euro il co-finanziatore, Fondazione Cariplo, ha aggiunto altri 5.000 euro, raddoppiando la cifra. E al raggiungimento del primo step, il team ha rilanciato. «Con altri 3.500 euro avremmo potuto aggiungere ulteriori contenuti informativi ed esperienze sensoriali alla mostra al museo, e così è stato!», spiega Claudia Canedoli. «Ora potremo realizzare un percorso conoscitivo delle specie che vivono sugli alberi, quali parti dell’albero abitano (nicchie ecologiche) e come interagiscono tra loro e con l’albero stesso. Non solo: sarà possibile aggiungere contenuti multimediali come foto e video inediti dei grandi e vecchi alberi e dei suoi abitanti e preparare un ambiente sonoro con i suoni degli alberi e dei suoi abitanti grazie alle registrazioni dei ricercatori di bioacustica».
Ma la corsa non si è fermata e il team ha annunciato che con gli ulteriori fondi raccolti organizzerà anche incontri e occasioni di condivisione come seminari, workshops e convegni, sia per professionisti che dedicati alle famiglie. «Grazie al nostro albero – dice Canedoli – in tutto e per tutto simile a uno vero, comprese le nicchie e i rifugi in cui trovano posto insetti, mammiferi e uccelli, vogliamo avviare una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti: dal cittadino comune a tutto il mondo della pubblica amministrazione, fino ai professionisti del verde».
A Claudia Canedoli abbiamo chiesto qual è stato il segreto del loro successo.
Qual è stato il vostro asso nella manica in questa campagna?
Costruire la campagna è stato decisamente impegnativo perché era qualcosa di nuovo per tutti. Ma viviamo in un momento di grave emergenza per la crisi ambientale e la perdita di biodiversità è oggi un fattore drammaticamente fuori controllo che sta alterando l’equilibrio degli ecosistemi e per cui servono azioni concrete e immediate. Gli alberi, i grandi alberi giocano un ruolo chiave per invertire questa tendenza e sono stati perciò anche il nostro asso della manica.
E qual è stata, invece, la molla che secondo voi ha spinto i sostenitori ad appoggiare il vostro progetto?
Coinvolgere le persone. Questo non sarà il nostro albero ma l’albero di tutti, di chi ama gli alberi, di chi li studia e soprattutto di chi li rispetta. Ci piace pensare che tutto questo sostegno è stato mosso da una crescente sensibilità delle persone. Chi ci ha sostenuto non solo ama la natura ma vuole che anche altri siano promotori di un nuovo approccio di cura per gli alberi e per la natura.
Avete fatto un percorso di formazione sul crowdfunding: qual è l'aspetto su cui siete stati formati che secondo voi è stato fondamentale?
Il corso di formazione proposto all’interno del percorso di BiUniCrowd è stato fondamentale, nessuno di noi si occupa o si è mai occupato di fundraising. L’aspetto più importante forse è stato quello di insegnarci come parlare a un pubblico non esperto, quindi uscire un po' dalla nostra comfort zone in cui di solito parliamo di questi argomenti tra colleghi e utilizzare una modalità di comunicazione accessibile a tutti, che può sembrare più semplice ma in realtà è molto difficile!
Com'è nato il sostegno di Giovanni Storti, comico del noto trio Aldo, Giovanni e Giacomo?
Giovanni l’abbiamo conosciuto durante un’iniziativa a Milano, in piazzale Baiamonti: qui i cittadini chiedevano di salvare dei grandi tigli che, a fronte di un progetto di riqualificazione urbana, sarebbero stati abbattuti per far spazio a un edificio, come poi purtroppo è stato. In quell’occasione abbiamo avuto modo di sentirci legati dalla necessità di unire le forze per far conoscere a tutti il ruolo insostituibile di ogni grande albero, ancora oggi così lontano dall’essere compreso tanto che si parla di abbattimento e sostituzione come se fosse una azione sostenibile. Così ha preso parte alla campagna prima sostenendoci e poi facendoci anche grande pubblicità, e abbiamo iniziato a lavorare insieme ad alcuni contenuti per il suo nuovo canale di informazione scientifica, Immedia. Sicuramente è una collaborazione di cui siamo molto felici.
Quale sarà il prossimo passo del vostro progetto?
Il progetto continua… anzi non si è mai fermato, neanche durante la campagna. Stiamo ultimando la progettazione della mostra, e nel frattempo portiamo avanti la parte di ricerca scientifica vera e propria. Quest’anno stiamo monitorando altri alberi in città e in foreste naturali in alcune zone d’Italia e avvieremo uno studio sperimentale di gestione degli alberi a favore della biodiversità al Parco Nord di Milano. Speriamo di poter trasmettere delle pratiche gestionali più sostenibili, a favore della natura ma che hanno benefici anche per noi. Infine vogliamo ringraziare ancora una volta tutti i sostenitori, che speriamo di conoscere dal vivo durante la mostra.
La squadra di lavoro che ha ideato "Una Casa chiamata Albero" è ampia e travalica i confini dell’Università di Milano-Bicocca. Insieme a Claudia Canedoli, referente del progetto e assegnista di ricerca, collaborano anche il professor Emilio Padoa-Schioppa, Davide Corengia, Noemi Rota, Emanuele Asnaghi, Elisa Maria Clotilde Caldarelli, Sara Pelladoni, Camilla Stefanini e Michele Corengia, ricercatori e liberi professionisti afferenti al Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra e anche a diverse altre realtà.