Il cambiamento climatico è una sfida critica, con effetti particolarmente acuti nelle regioni insulari come le Maldive. Il centro di ricerca MiBTec (Mind and Behavior Technological Center), insieme al MaRHE Center Bicocca, ha avviato una ricerca innovativa che utilizza la realtà Virtuale e tecniche di gamification - l'applicazione di elementi e meccaniche tipiche dei video giochi in contesti non ludici per motivare e coinvolgere le persone a raggiungere determinati obiettivi - per studiare la percezione del cambiamento climatico tra le comunità locali.
Questo approccio tecnologico adottato dal gruppo di ricerca del professor Alessandro Gabbiadini e del professor Alberto Gallace del dipartimento di Psicologia di Milano-Bicocca, permette di analizzare come gli abitanti delle Maldive percepiscono, comprendono e si adattano alle minacce ambientali, promuovendo strategie di resilienza e sensibilizzazione. Lo studio ha rappresentato una collaborazione multidisciplinare virtuosa del nostro Ateneo, coinvolgendo ricercatori e docenti del dipartimento di Psicologia, Anna Manfredi, Paolo Boffi, Monica Clerici, e del dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Terra, Paolo Galli e Federica Siena.
Professor Gabbiadini, in che modo la Realtà Virtuale è stata integrata nella ricerca sulla percezione del cambiamento climatico?
Il progetto Envisioning Corals, un’applicazione progettata e sviluppata da Paolo Boffi, assegnista di ricerca Mibtec del dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca, in collaborazione con ricercatori e docenti del Politecnico di Milano, Pierluca Lanzi e con afferenti al Marhe Center, Paolo Galli e Federica Siena, è un’esperienza immersiva realizzata con tecnologie per la realtà virtuale. L’applicazione trasporta i partecipanti all’interno di una barriera corallina, permettendone l’esplorazione e offrendo all’utente un punto di vista privilegiato di osservazione, mostrando al giocatore il cambiamento del reef corallino avvenuto negli ultimi 80 anni, in soli 3 minuti di gioco.
L’obiettivo è far toccare con mano gli effetti del cambiamento climatico, migliorando il senso di connessione con la natura e in particolare con l’ecosistema di un reef corallino.
Una delle caratteristiche principali di Envisioning Corals è quella di sfruttare alcuni meccanismi psicologici che agiscono a livello cognitivo ed emozionale, e che favoriscono un’esperienza in prima persona. La realtà virtuale, infatti, non solo permette di vivere un ambiente diverso dalla realtà, ma consente anche di “incarnarsi” (processo di embodiment) in un corpo virtuale (avatar). Sfruttando questo meccanismo, gli utilizzatori di Envisioning Corals possono esplorare l’ambiente sottomarino attraverso il corpo di un abitante della barriera - corallo, paguro o tartaruga - e sperimentare in prima persona gli effetti dello sbiancamento dei coralli attraverso un punto di vista nuovo.
Questo gioco immersivo è stato inoltre progettato per ridurre la distanza psicologica che spesso le persone esprimono nel ritenere un evento vicino o lontano emotivamente e cognitivamente. Rispetto al cambiamento climatico, sembra proprio che la distanza psicologica sia la principale barriera al cambiamento comportamentale, le persone tendono a non cambiare abitudini perché lo percepiscono come qualcosa di temporalmente ancora distante, con conseguenze più gravi che si vedranno solo nel futuro. Lo stesso vale per lo spazio in cui accadono, gli eventi climatici improvvisi sono qualcosa che viene percepito come un rischio che devono affrontare altri paesi, non il nostro.
Una terza dimensione che è stata considerata nel progettare questo gioco è il senso di responsabilità verso le generazioni future nel lasciare degli ecosistemi vitali e in buona salute, un’idea nata dalla dottoranda che lavora nel nostro gruppo, la dott.ssa Anna Manfredi.
D’altra parte come dichiarò il Capo nativo americano See-ahth nel 1852 “La Terra non è un'eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”.
Quali sono le reazioni più comuni della popolazione locale al cambiamento climatico, rilevate tramite l'uso di questa tecnologia?
Questa domanda è molto interessante. Per la raccolta dati abbiamo coinvolto sia turisti in vacanza presso un resort che Maldiviani. Le reazioni sono state generalmente positive nei confronti del nostro studio; alcune persone hanno mostrato una buona sensibilità alla tematica, mentre altre negavano gli effetti del cambiamento climatico. Come in ogni studio, le persone variano nelle loro credenze e differenze individuali.
Una cosa che ci ha colpiti è che, paradossalmente, i partecipanti meno consapevoli degli effetti del cambiamento climatico sull’ecosistema corallino fossero proprio i maldiviani. Culturalmente, per gli abitanti delle Maldive il mare rappresenta un pericolo, è visto come una minaccia, non solo una risorsa. Ci hanno raccontato che viene ancora insegnato ai bambini che il mare è pericoloso ricordando storicamente quando i pescatori uscivano in barca per una battuta di pesca e alcuni di loro non rientravano.
Le reazioni dei maldiviani che hanno partecipato al nostro studio sono state le più toccanti; per alcuni di loro è stato quasi come prendere coscienza per la prima volta del bellissimo e delicato ecosistema in cui vivono.
Una riflessione che abbiamo fatto mentre conducevamo lo studio è legata anche alla nostra presenza lì, in quanto europei per spiegare a cittadini maldiviani l’importanza della biodiversità che caratterizza il loro territorio. Se ci penso, lo trovo paradossale; parlando con alcuni membri del consiglio amministrativo delle isole che ci hanno ospitato, una delle risposte più comuni che ho ricevuto è stata che, così come il mondo occidentale ha perseguito lo sviluppo economico a discapito dell’ambiente negli ultimi 150 anni, adesso è il loro turno, un punto di vista che ci ha fatto molto riflettere. E’ quindi prioritario trovare e adottare dei modelli di sviluppo che siano sostenibili, in modo che quei territori possano crescere senza commettere gli errori che abbiamo commesso noi occidentali. Un’educazione che vada in questa direzione potrebbe quindi portare le prossime generazioni di maldiviani ad avere gli strumenti per favorire questo tipo di sviluppo socio-economico.
Quali sono le principali sfide che le comunità delle Maldive affrontano a causa del cambiamento climatico, secondo i dati raccolti nella vostra ricerca? Quali strategie sta adottando il governo e quali implicazioni socio-economiche del cambiamento climatico sono emerse?
Sicuramente la prima grossa sfida è quella di una presa di coscienza che la sopravvivenza economica di quella regione dipende principalmente dal mare e dalle meraviglie che esso racchiude sotto la superficie. Visitando quei luoghi nel corso di due spedizioni di ricerca e confrontandomi spesso con i ricercatori del Marhe Center, ho appreso come lo sviluppo economico e infrastrutturale delle Maldive non stia tenendo conto della fragilità dei reef corallini determinata in gran parte dall’innalzamento delle temperature globali.
Una delle strategie che il governo maldiviano ha introdotto rispetto alla mitigazione degli effetti del climate change è la cosiddetta strategia di “land reclamation”, il processo di creazione di nuove terre attraverso il riempimento di lagune, barriere coralline o acque costiere con materiali come sabbia, roccia e detriti.
E’ stato introdotto formalmente come strategia di adattamento al cambiamento climatico, incentivando la costruzione di isole più elevate e più resistenti contro l'innalzamento del livello del mare e l'erosione costiera. Tuttavia, questo ha portato alla creazione di nuove isole artificiali o ampliamento di quelle esistenti per sviluppare infrastrutture turistiche, come resort di lusso e aree residenziali, al fine di sostenere la crescente industria turistica, aumento dello spazio disponibile per porti, aeroporti, e altre infrastrutture essenziali che supportano l'economia delle Maldive. Questo processo, sebbene possa offrire benefici significativi a breve termine, comporta elevati rischi ecologici, come la distruzione di habitat marini e la perdita di biodiversità, rendendo necessario un equilibrio tra sviluppo e conservazione ambientale.
Una seconda grossa sfida, che è più vicina alle conclusioni del nostro lavoro, è quella relativa all’educazione delle nuove generazioni rispetto alle conseguenze del cambiamento climatico sull’ecosistema marino. Se da un lato l’operazione di land reclamation va a favorire nuove infrastrutture, è altrettanto vero che lo fa a discapito della vera risorsa economica del paese: la biodiversità. Senza coralli vivi, senza pesci colorati, ma con tanti resort e alberghi che futuro possono avere quelle isole? E’ veramente più importante creare ulteriori infrastrutture o preservare la vita sotto la superficie del mare?
E’ importantissimo quindi che si possano implementare interventi che vadano a favorire una maggiore consapevolezza circa le conseguenze del cambiamento che è attualmente in atto a causa del surriscaldamento globale, per far si che le nuove generazioni di maldiviani non temano il mare, ma lo considerino un valore da preservare, non solo per le loro comunità, ma per tutta l’umanità.
In che modo il centro di ricerca MiBTec insieme al MaRHE center utilizzeranno i risultati di questa ricerca per promuovere strategie di adattamento al cambiamento climatico?
L’idea è ora quella di distribuire questo gioco su diverse piattaforme online, rendendola disponibile per interventi psicoeducativi che potrebbero essere in futuro erogati nelle scuole o in centri di divulgazione sviluppando prodotti digitali che siano scientificamente validi ed eticamente sostenibili.
Esistono giochi simili già disponibili, ma nessuno di questi è stato scientificamente validato attraverso un rigoroso processo scientifico. Possiamo infatti dire che grazie alle evidenze statistiche emerse, Envisioning Corals rappresenta un serious game in grado di toccare alcuni meccanismi psicologici specifici che possono favorire il cambiamento comportamentale.
Visto il successo di questo progetto, attualmente siamo già al lavoro per una sua espansione, adottando le medesime dinamiche di gioco, infatti stiamo sviluppando un ambiente immersivo ludico ambientato nel mar Mediterraneo.