Caffè, cacao, frutta e verdura ci aiutano a prevenire l’Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. Tutti questi alimenti hanno un comune denominatore: sono ricchi di polifenoli e altre sostanze in grado di contrastare l’attività amiloidogenica, ossia l’aggregazione della proteina beta amiloide, responsabile dell’insorgenza della malattia di Alzheimer.
All’Università di Milano-Bicocca c’è un team multidisciplinare dei dipartimenti di Biotecnologie e bioscienze e Medicina e chirurgia che da anni studia lo sviluppo e l’applicazione di nuovi approcci mirati a tracciare l’identikit delle sostanze presenti negli alimenti capaci di svolgere un'azione preventiva. Il loro ultimo lavoro, pubblicato sulla rivista Food Chemistry, si è concentrato proprio sul cacao, alimento ricco di proprietà antiossidanti. Ci racconta di più Cristina Airoldi, autrice della ricerca e docente di Chimica organica dell’Ateneo.
Cosa ci dice di nuovo il vostro studio sul cacao?
Il nostro lavoro si è concentrato sul cacao: dati precedenti ne avevano già evidenziato le proprietà anti-amiloidogeniche, tuttavia non erano stati ancora chiariti i meccanismi biochimici e molecolari alla base di questa attività.
Gli eventi biochimici alla base dell'insorgenza di patologie neurodegenerative, come l'Alzheimer, si verificano diversi anni prima delle loro manifestazioni cliniche, per questo l'uso di molecole bioattive, come quelle presenti nel cacao, in grado di prevenire l'aggregazione amiloide responsabile dello sviluppo della malattia, può rappresentare una promettente strategia di difesa. Per questo motivo, da qualche anno, caratterizziamo diverse matrici alimentari alla ricerca di molecole naturali che presentino queste prerogative.
Quali caratteristiche lo rendono utile contro l’Alzheimer?
I nostri risultati hanno consentito di identificare le molecole principalmente responsabili dell’attività anti-amiloidogenica le catechine, un gruppo di polifenoli, e la teobromina, sostanza simile alla caffeina, di cui il cacao è ricco, e descriverne l’effetto a livello cellulare e molecolare attraverso l’impiego di diverse tecniche biofisiche. Abbiamo inoltre dimostrato, attraverso la caratterizzazione e comparazione del profilo metabolico (identificazione e quantificazione dei metaboliti presenti) di vari tipi di cacao sottoposti a diversi processi di trasformazione tipicamente impiegati dall’industria alimentare, che il Lavado, l’unico a non subire il passaggio di fermentazione, è il più ricco di queste molecole.
Come possiamo sfruttare le sue proprietà?
L'assunzione regolare nella dieta di composti naturali in grado di interferire con questi processi potrebbe essere molto efficace.
Gli estratti di cacao che presentano un alto contenuto di queste sostanze potrebbero essere utilmente sfruttati per sviluppare prodotti nutraceutici e alimenti funzionali per la prevenzione della malattia di Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative.
In che modo e in quali quantità inserirlo nella nostra dieta per beneficiare della sua azione preventiva?
I nostri studi hanno confermato che i processi industriali cui il cacao è sottoposto per essere trasformato nel cacao in polvere, comunemente consumato e quindi presente in tutti i prodotti a base di cioccolato, alterano notevolmente il contenuto delle sostanze che abbiamo identificato come anti-amiloidogeniche. Il cacao Lavado non fermentato, al contrario, ne risulta maggiormente ricco. Pertanto, il consumo di cacao dovrebbe indirizzarsi verso tipologie poco fermentate che conservino intatte queste molecole benefiche. È possibile inoltre creare delle formulazioni specifiche di cacao ad alto contenuto di polifenoli da usare come nutraceutici. Per definire le quantità raccomandate da assumere occorre un ulteriore studio volto a chiarire questo punto, anche in virtù dell’estrema variabilità della composizione dei diversi tipi di cacao.
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