Nanoparticelle in grado di rallentare l’Alzheimer e prevenire la perdita di memoria. E’ il risultato ottenuto da uno studio dei ricercatori di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Istituto Mario Negri di Milano, pubblicato sul Journal of Controlled Release, e vincitore del Jorge Heller Outstanding Paper Award. Massimo Masserini, docente ordinario del dipartimento di Medicina e chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, e Francesca Re, ricercatrice dello stesso Dipartimento, ritireranno il premio a New York il prossimo 22 luglio. L’articolo scientifico "Multifunctional liposomes delay phenotype and prevent memory impairment in a presymptomatic stage mouse model of Alzheimer disease" è stato scelto da una commissione scientifica come migliore pubblicazione 2017. Dei contenuti del paper e dell’importanza della ricerca ne abbiamo discusso con il professor Masserini.
Qual è il risultato della ricerca che ha portato avanti con il suo staff?
Ci siamo occupati di nanoparticelle, brevettate dal nostro staff, in grado di rallentare o prevenire i sintomi dell’Alzheimer su un modello murino della malattia che presenta tratti comuni anche agli esseri umani. In particolare abbiamo osservato che il deposito di placche senili nel cervello può essere rallentato e che la perdita di memoria può essere prevenuta. Per la sperimentazione sugli esseri umani la situazione ideale sarebbe utilizzare le nanoparticelle su pazienti con Alzheimer nelle sue fasi iniziali o con lieve perdita di memoria prima che degeneri in Alzheimer.
Qualche settimana fa la notizia del Premio Jorge Heller…
Si tratta di un grande risultato per il nostro gruppo di ricerca. Il premio viene consegnato al miglior paper scientifico su una delle riviste più note al mondo della farmacologia e con un alto impact factor. Non esiste un bando, il vincitore viene decretato da una commissione ad hoc. Essendo il Jorge Heller un premio importantissimo all’interno della comunità scientifica, averlo vinto ha dato risalto alla nostra ricerca e alla possibile sperimentazione sugli esseri umani. Il premio è unico, ne viene conferito uno ogni anno e noi siamo orgogliosi di essere i soli ricercatori italiani a riceverlo.
Quali saranno gli sviluppi della ricerca?
Procedere col trial clinico su pazienti umani sarebbe una svolta importante per curare una malattia degenerativa e invalidante. Abbiamo già avviato dei contatti per trovare finanziamenti e speriamo che vadano a buon fine