Al Castello di Pandino una sinergia tra ateneo e territorio per il restauro degli affreschi e la valorizzazione del patrimonio condiviso - Bnews Al Castello di Pandino una sinergia tra ateneo e territorio per il restauro degli affreschi e la valorizzazione del patrimonio condiviso

Al Castello di Pandino una sinergia tra ateneo e territorio per il restauro degli affreschi e la valorizzazione del patrimonio condiviso

Al Castello di Pandino una sinergia tra ateneo e territorio per il restauro degli affreschi e la valorizzazione del patrimonio condiviso
Affreschi_al_buio

Un castello edificato per la vita di corte, non per la guerra: tra il 1355 e il 1366, Bernabò Visconti e Regina della Scala fecero costruire una residenza di campagna con torri, loggiati e straordinari apparati pittorici. Non una fortezza ma un luogo di svago, governo e caccia. Situato a 13 km a nord-ovest di Crema, il Castello di Pandino rappresenta una testimonianza viva del Trecento lombardo e conserva in larga parte la sua architettura originaria. Un sito che ha vissuto mille vite, passando da essere una residenza prediletta finemente decorata a ospitare anche un opificio per la lavorazione della seta, poi un condominio e anche una scuola casearia.

Parete_affrescata

Il progetto Anticamera della cultura 2.0, co-finanziato attraverso il bando Luoghi da rigenerare 2023 di Fondazione Cariplo, mette il castello al centro di una nuova stagione di ricerca e valorizzazione. L’intervento vuole restituire alla comunità un gioiello storico e artistico. In particolare recupererà due degli spazi più importanti, il salone di rappresentanza e il vano antistante che avevano perduto traccia della loro funzione e del loro aspetto estetico, destinati a mensa e cucina del convitto caseario. Il Comune di Pandino è ente capofila del progetto che vede come partner l’Università di Milano-Bicocca e la Fondazione Teatro San Domenico ETS.

Gli ambienti restaurati potranno essere aperti alla fruizione turistica, accogliere laboratori in collaborazione con le scuole, ospitare iniziative culturali, artistiche e musicali. Eventi dedicati a tutte le fasce di età in uno spazio rinnovato da condividere, dove è possibile generare connessioni tra il patrimonio storico e la cultura contemporanea.

Affreschi_al_buio

Come spiegano Anna Galli, responsabile scientifico del progetto e docente del dipartimento di Scienza dei materiali in Bicocca, e Franca Zuccoli, delegata del Rettore per le attività museali, verranno aperte le porte del laboratorio di restauro alla cittadinanza, anche grazie a un collegamento web per visionare i lavori in tempo reale. Sarà l’occasione per attivare curiosità su nuove conoscenze e approfondimenti divulgativi che possono nascere da tanti spunti: le forme geometriche dei motivi decorativi, la funzione dei simboli araldici, i processi di produzione del colore nelle botteghe e le tecniche di restauro.

Indagini_sugli_affreschi

Il team del dipartimento di Scienza dei materiali, formato da Francesco Maspero e Simone Caglio e coordinato dalla professoressa Anna Galli, ha già iniziato a indagare lo stato di salute delle superfici affrescate, andando a studiare i materiali che si sono stratificati nel tempo, originali e non. «Le analisi in ultravioletto e di imaging multispettrale - osserva Anna Galli - consentono, in modo non invasivo, la lettura dei depositi superficiali e dell’eventuale presenza di resine sintetiche acriliche, spesso stese nei decenni successivi come consolidanti o ravvivanti delle pitture murali. Si ricavano così informazioni utili sulla composizione materica dei pigmenti e dello strato di preparazione, sull’esistenza o meno di disegno soggiacente, e ancora sulla tecnica e sullo stile dell’artista. Un valido supporto nel rispondere ad alcuni interrogativi chiave su conservazione, restauro e valorizzazione dell’opera. Quando verrà montato il ponteggio e si procederà con il restauro, il nostro team del laboratorio Lambda, tornerà al castello per compiere analisi sulle porzioni di affresco difficilmente accessibili».

Sul fronte della valorizzazione e della comunicazione del patrimonio culturale, è coinvolto il team costituito da Federica Antonioli, Alessandra De Nicola e Maurizio De Rosa, guidato dalla professoressa Franca Zuccoli che racconta lo svolgimento del lavoro: «Con il questionario Il Castello in ascolto stiamo chiedendo aiuto alla comunità perché ogni ricordo è prezioso e serve per capire il tipo di rapporto che gli abitanti della zona hanno col castello e qual è la percezione del nostro intervento. Focus group e incontri mirati ci aiuteranno a raccogliere esperienze, narrazioni e materiali. L’avvio di un collegamento con le scuole collocate nel territorio, dalla primaria alla secondaria di II grado, coinvolgerà docenti e studenti nel progetto.

Costruiremo anche un kit di fruizione del patrimonio per valorizzare sia i materiali raccolti, sia i contenuti prodotti dai colleghi scienziati dei materiali, uniti ad alcuni strumenti per invogliare turisti e visitatori a esplorare questo patrimonio straordinario e il suo territorio».

A breve la restituzione sui risultati della ricerca. «Saremo presenti - conclude la professoressa Galli - a Pandino il 29 novembre, durante la manifestazione nazionale Arte e(’) Scienza, organizzata dall’Associazione Nazionale dell’Archeometria (AIAr), per presentare i risultati della ricerca e riscoprire insieme la bellezza del castello. L’interesse dimostrato dalla comunità ci ha entusiasmati. Abbiamo percepito una grande voglia di raccontarsi, di partecipare collettivamente al progetto per costruire insieme il castello del futuro».