Viola Verga, da Biotecnologie alla guida dei giovani imprenditori comaschi - Bnews Viola Verga, da Biotecnologie alla guida dei giovani imprenditori comaschi

Viola Verga, 32 anni, è la prima donna alla guida del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Como, eletta durante l’Assemblea "Hangar2017 - Don’t forget to try", il 14 settembre scorso. Laureata con lode in Biotecnologie Industriali presso il nostro Ateneo, ha svolto attività di ricerca presso il Moorepark Teagasc Research Center, in Irlanda, prima di iniziare a occuparsi di Business Project Development per l’azienda di famiglia, la Sacco s.r.l. Le abbiamo fatto qualche domanda sulla sua esperienza

“Don’t forget to try” è il payoff dell’assemblea che ti ha eletta; tu hai promesso passione e incoscienza: pensi che la paura di tentare e l’eccesso di prudenza siano i freni all’imprenditorialità delle nuove generazioni?

Non credo che le nuove generazioni subiscano gli effetti della paura o degli eccessi di prudenza. Il rischio, semmai, è quello di farsi assorbire dalla routine: essere risucchiati dai propri compiti quotidiani, dalla normalità e dai meccanismi del lavoro, perdendo così di vista quello che è il nostro compito, in quanto giovani. Quello di portare passione, un pizzico di incoscienza e innovatività nelle nostre realtà, nelle aziende e nelle associazioni. Dobbiamo ricordarci che siamo innovatori, che la nostra missione è mettere in discussione e rivisitare il ruolo che ci è stato assegnato, con passione e con coraggio.

Sei la prima donna che ricopre il tuo ruolo. Senti il peso di qualche responsabilità aggiuntiva? Di qualche aspettativa in più da parte delle colleghe imprenditrici?

Direi proprio di no. Il Gruppo Giovani Imprenditori ha sempre potuto fare affidamento sull’operato di imprenditrici capaci, donne in gamba ed estremamente preziose. Non sento responsabilità aggiuntive perché è davvero una casualità che sia io la prima donna a rivestire questa carica. Certamente le aspettative sono alte, ma è naturale che sia così. Il mio essere donna sicuramente contribuirà a conferire peculiari sfaccettature a determinati aspetti del mio lavoro. Ma si tratta di una dinamica che fa parte del normale scambio di consegne tra un presidente e l’altro.

Hai avuto l’opportunità di respirare da sempre “aria d’impresa”. Quali consigli daresti a giovani con meno esperienza che vogliono lanciarsi oggi nel mondo delle startup?

È vero che ho avuto la possibilità di respirare “aria d’impresa” sempre, ma quell’aria è lì per essere respirata da tutti, a pieni polmoni. Questo è il consiglio più importante: chi pensa a una carriera da startupper deve trovare dei modi perché questo accada, e per fortuna oggi le occasioni non mancano. Ogni giorno ci sono momenti di scambio e di confronto, e il mondo imprenditoriale non è mai stato così aperto. Una volta familiarizzato con quest’atmosfera, bisogna prenderla e rivisitarla, traducendola in quella che è la propria idea.  Non c’è solo un modo per fare impresa e se i giovani ne inventano di nuovi è un vantaggio per tutti. E poi non avere timore di lanciarsi, seguire il proprio istinto, e pensare al business in modalità worldwide, oggi che i mezzi lo consentono.

Quali sono i tuoi prossimi impegni/progetti per aiutare i giovani imprenditori nella tua area di competenza?

Sono molti i progetti che svilupperemo e su cui stiamo lavorando: alcuni in versione beta che aspettano solo di partire, altri già rodati e molto apprezzati, altri ancora da concretizzare. X-Student, per esempio, piace moltissimo al territorio e si propone di insegnare agli alunni delle scuole superiori ad affrontare un colloquio di lavoro e redigere un curriculum di buon livello. In fase di rilancio c’è l’Academy, un percorso di alta formazione imprenditoriale, che riconosce crediti per accedere a un MBA (Master in Business Administration, N.d.R.). Per quanto riguarda l’innovazione, sui cui lavorerò molto nel mio mandato, abbiamo creato un gruppo di lavoro per esplorare il concetto di open innovation e riproporre, in veste nuova, il progetto Start Up Race. Ci sono molte altre idee in divenire, che spero di poter condividere presto.

Com’è stata la tua esperienza in Bicocca?

Mi ha lasciato un ottimo ricordo. Il mio corso di studi era particolarmente tosto: nel corso degli anni c’è stata una selezione molto rigida, ma la preparazione che ne ho tratto è eccezionale. A ciò ha contribuito anche il rapporto con i professori, costruito su una dialettica molto viva, ma mai condita di pregiudizi verso gli studenti. Ogni giorno si ripartiva ed era un’esperienza nuova ed esaltante. L’ambiente studentesco, poi, è molto stimolante: nei laboratori, ad esempio, c’era un’atmosfera di collaborazione e contaminazione costante, ed era estremamente bello.