Tinder che non ti aspetti: da APP di dating a strumento di ricerca (e non solo) - Bnews Tinder che non ti aspetti: da APP di dating a strumento di ricerca (e non solo)

Tinder che non ti aspetti: da APP di dating a strumento di ricerca (e non solo)

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Nel 2016, mentre Milano-Bicocca apriva il suo profilo su Snapchat, a Manchester l’Università di Salford decideva di sfruttare la popolarità di un’altra APP per far conoscere ai potenziali studenti la propria piattaforma di orientamento. L’ateneo britannico ha infatti creato per l’occasione due profili su Tinder per contattare ragazzi e ragazze da convogliare poi sul proprio sito.
Per chi non conoscesse Tinder, spieghiamo in breve il funzionamento di questa APP di dating: una volta iscritti si ricevono presentazioni di potenziali partner che possono essere scartate o accettate; se due iscritti “accettano” le rispettive presentazioni hanno la possibilità di chattare tra loro e organizzare un appuntamento.
L’iniziativa di Salford avrebbe avuto senso in una realtà differente? In Italia ad esempio, quale è la percezione della APP Tinder tra gli studenti universitari?
Siamo recentemente venuti a conoscenza di una singolare esperienza vissuta da alcuni studenti del laboratorio di Digital Media Research: hanno indagato le aspettative e il vissuto degli utenti di Tinder, realizzando una serie di interviste mediante la APP stessa, una specie di osservazione partecipante 2.0! Abbiamo quindi contattato una di loro, Francesca, per chiedere quale idea si son fatti a riguardo.
 

Quali giudizi avevate riguardo a questa APP e al mondo che gravita intorno ad essa?

Onestamente all’inizio ero molto titubante all’idea di dover usare una APP di incontri, non avendone mai fatto uso. Ho sempre avuto un giudizio negativo nei confronti di chi invece la utilizza. Ho immaginato infatti che gli utenti fossero persone in cerca di divertimento e conoscenze disinteressate e superficiali. In ogni caso, il nostro spirito da sociologi ha prevalso e abbiamo scaricato e utilizzato Tinder per una settimana. Nella ricerca qualitativa spesso si sa dove si parte e non si sa dove si arriva, quindi abbiamo strutturato il nostro lavoro di ricerca basandoci sui feedback che gli utenti stessi ci hanno dato, ignari del nostro compito e del nostro vero ruolo sull’applicazione

Questa ricerca vi ha dato modo di studiare e conoscere gli utenti che la utilizzano. Quali sono le ragioni per cui si sono iscritti?

La ricerca ci ha dato modo di conoscere nostri coetanei iscritti a Tinder. Tanti sono studenti fuori sede in cerca di nuove conoscenze e nuove amicizie. Alcuni, studiando in dipartimenti con pochi studenti del sesso opposto, si rendono conto di non avere molte occasioni per poter conoscere nuove persone. Molti si reputano persone timide e di servirsi quindi di Tinder per rompere il ghiaccio in maniera più diretta.
 

Secondo voi, gli studenti universitari usano Tinder o giudicano negativamente questa possibilità?

Abbiamo poi deciso di intervistare in prima persona gli studenti universitari per capire quale fosse il loro giudizio relativo all’applicazione. La maggior parte non trova nulla di sbagliato nel voler conoscere qualcuno online. Magari non con l’obiettivo di trovare subito la persona giusta ma qualcuno con cui andare inizialmente a bere un caffè e scambiare quattro chiacchiere, per vedere se la cosa può funzionare.
 

Dopo la ricerca avete cancellato gli account o continuate ad usarli privatamente?

Dopo la ricerca non tutti hanno cancellato l’account. Un componente del gruppo infatti ha deciso di rimanere iscritto ed oggi, a distanza di un anno da quella ricerca, crede di aver trovato, proprio su Tinder, la ragazza che fa per lui.
 

Questa esperienza di ricerca a cosa ti è servita?

Ritengo che questa ricerca sia stata molto divertente. Ho cambiato opinione riguardo l’applicazione e sostengo che usare Tinder sia un modo come un altro per fare conoscenze. Per quanto mi riguarda però, spero di trovare la persona che fa per me in modo più tradizionale.

FOTO: Denis Bocquet su Flickr