La notte più spaventosa dell’anno è arrivata - Bnews La notte più spaventosa dell’anno è arrivata

La notte più spaventosa dell’anno è arrivata

La notte più spaventosa dell’anno è arrivata
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«Nessuno può sapere, se non dopo una notte di patimenti, quanto dolce e prezioso al cuore e agli occhi possa essere il mattino» scriveva Bram Stoker nel suo celebre capolavoro. Ma noi siamo proprio qui in attesa di quella “notte di patimenti” che è anche la più mostruosa dell’anno: Halloween. Intanto, mentre attendiamo di accendere una candela e osservare il calar delle tenebre, vi lasciamo in compagnia della blogger Giulia Ciarapica, per scoprire (o ri-scoprire) qualche lettura gotica da brivido.
 
Uno dei primi esempi di donna vampiro che la letteratura moderna ricordi è la “Carmilla” di Joseph Sheridan le Fanu, perché sebbene E. T. A. Hoffman e Samuel T. Coleridge si siano cimentati prima di lui in materia di revenant femminili, quello di Le Fanu resta uno dei modelli fra i più sensuali e trasgressivi. “Carmilla”, ovvero la storia della contessa Mircalla von Karnstein, ci propone una donna tanto bella quanto pericolosa, di cui però, almeno all’apparenza, sembrerebbe assolutamente impossibile non fidarsi; infatti la giovane Laura, voce narrante, instaura con lei non solo un rapporto di amicizia ma anche sentimental-sessuale, dove la componente erotica gioca un ruolo fondamentale. Amore e morte, passione e pericolo, buio e luce, sono loro i fili conduttori di questo gioiello letterario senza tempo.
 
Anche in Italia però, nel 1869 (tre anni prima dell’entrata in scena della “Carmilla”), qualcuno si è cimentato con il ritratto di una donna che vampira, di fatto, non è (poiché non si tratta di una morta rediviva che si nutre del sangue altrui) ma che viene comunque considerata un “vampiro energetico”. Stiamo parlando della “Fosca” di Igino Ugo Tarchetti, fra i più celebri rappresentanti della Scapigliatura milanese. “Fosca”, che come “Carmilla” evidenzia un legame diretto fra il titolo e la protagonista, è una di quelle storie che restano impresse per due motivi: la potenza della trama, in cui accade poco e niente (eppure la tensione cresce ad ogni pagina!) e la maestosità del personaggio principale femminile che è, ancora oggi, uno degli esempi più eclatanti di bruttezza a tutto tondo. Fosca, prima ancora di essere donna, è un essere umano “orrendo”, di una bruttezza senza paragoni, eppure riesce a conquistare il malcapitato Giorgio che, attratto, avvinto proprio dal suo aspetto e dalla capacità di lei di irretirlo succhiandogli ogni energia come fosse un vampiro, si abbandona tra le braccia di questa donna arrendendosi all’evidenza: di Fosca non può che essersi gravemente ammalato.
 
Certo, i classici sono tali anche perchè raccontano storie che non finiscono mai di stupirci, ma per chi volesse sperimentare qualche esempio di letteratura gotica contemporanea, consigliamo “Aldilà” di Andrea Morstabilini, un romanzo che ha come fil rouge lo spirito primitivo dell’uomo, nascosto non necessariamente e non solo nella classica casa infestata (che è l’oggetto chiave della storia, poiché è lì che il protagonista si rifugia per poter scrivere una storia dell’orrore), ma nella pianura immobile e silenziosa che fa da sfondo e da contorno a tutta l’azione. È lì, in mezzo ai fili d’erba, nella campagna immacolata e nebbiosa tutt’intorno alla dimora, che il nostro torna in contatto con la parte più oscura dell’umana verità: l’abisso della morte e l’incapacità di riempire quel vuoto di senso che ci attanaglia da sempre. Non più, dunque, Eros e Thanatos ma Case e Misteri, ove la Casa non rappresenta altro che il luogo dei luoghi, il punto di partenza e quello di (non) ritorno, il posto che racchiude le nefandezze, l’infanzia, i gesti e le parole di un’intera esistenza famigliare. In sostanza, tutti i Misteri della vita e della morte, i Perché e i Come.
 
Infine, non possiamo non citare un gotico contemporaneo che sfiora anche il terreno del noir, poiché Francesco Baucia col suo “La notte negli occhi” compie un’operazione magnifica affondando la penna nel pozzo oscuro della suspense. Protagonisti di questa complessa avventura sono un medico, noto per la sua capacità di cercare e (ri)trovare uomini, e il Grand’uomo dello Stato prussiano G. W. F. Hegel. Il compito che il filosofo gli dà è quello di rintracciare suo figlio Ludwig Fischer, illegittimo e rinnegato. Ma non appena il medico-investigatore si mette sulle tracce del ragazzo, s’imbatte in un incredibile enigma: perché il ragazzo è fuggito? Chi è il misterioso compagno che segue i passi di Ludwig? Quale connessione esiste, se esiste, fra il giovane reietto e l’assassino di un ufficiale olandese? Quello di Baucia non è solo un romanzo avventuroso e ricco di tensione emotiva, ma è anche un’operazione di profondo rispetto nei confronti di una storia vera, dimenticata e tuttavia ancora appassionante. Un uomo, un  filosofo, uno dei più grandi personaggi della Storia, che vuole recuperare ciò che aveva rifiutato: un padre come tanti, un padre come tutti. E poi un figlio, un’assenza, una rinnegazione che brucia e una fuga che nasconde molto altro. Da non perdere.
 
E allora, parafrasando B. Stoker, «Benvenuti nei Carpazi. Vi aspettavamo con ansia. Riposate bene questa notte», ma intanto noi della redazione vi auguriamo buona lettura!

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