Irene Nutini tra i 10 migliori giovani ricercatori d'Italia - Bnews Irene Nutini tra i 10 migliori giovani ricercatori d'Italia

Irene Nutini tra i 10 migliori giovani ricercatori d'Italia

Irene Nutini tra i 10 migliori giovani ricercatori d'Italia
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L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) le ha conferito il prestigioso Premio Bruno Rossi per la sua tesi di dottorato sui neutrini e la rivista “Fortune Italia” l’ha incoronata tra i dieci ricercatori italiani under 40 più influenti del 2020: Irene Nutini, oggi assegnista di ricerca presso il dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, ci racconta la sua storia di giovane ricercatrice.

Quando è nato il suo desiderio di dedicarsi all’astrofisica?

Sin da piccola sono sempre stata affascinata dallo scoprire i “perché” delle cose che ci circondano. Sono stata fortunata in quanto ho trovato nella mia famiglia e nel mio percorso di formazione, tante persone appassionate che mi hanno permesso di coltivare questa curiosità e allargare i miei orizzonti. Da bambina, il cosmo mi affascinava a tal punto che avrei voluto fare l’astronauta! Continuando con gli studi, mi sono quindi orientata verso le discipline scientifiche, in particolare fisica e astrofisica.

Qual è stato il suo percorso di formazione, prima di giungere in Bicocca come assegnista di ricerca?

Il mio percorso di formazione mi ha permesso di vivere esperienze personali e professionali molto interessanti e stimolanti, sia all’estero sia in Italia. Conclusi gli esami del percorso di Laurea Magistrale in Fisica nucleare e subnucleare presso l’Università di Firenze, ho avuto l’occasione di svolgere una internship estiva al Fermilab, laboratorio americano di Fisica delle particelle, situato vicino Chicago; qui ho poi svolto il mio progetto di tesi magistrale e ho lavorato ad un esperimento riguardante la fisica dei neutrini. Ho scelto poi di tornare in Italia, al Gran Sasso Science Institute, a L’Aquila, dove ho seguito un percorso di dottorato internazionale in Astroparticle Physics. Per la mia tesi, ho preso parte all’esperimento CUORE presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso.

Che cos’è l’esperimento CUORE?

CUORE è un acronimo che sta per Cryogenic Underground Observatory for Rare Events. Si tratta di un progetto sperimentale nato per analizzare processi molto rari, legati alla natura del neutrino, ovvero la particella di cui ancora conosciamo poco proprietà e interazioni. L’esperimento CUORE rappresenta una sfida anche dal punto di vista tecnologico. Per realizzarlo, è stato necessario costruire una infrastruttura criogenica dedicata, molto complessa, che consenta ad un rivelatore di circa una tonnellata di raggiungere temperature prossime allo zero assoluto (-273.15°C).

Qual è stato il suo ruolo nel progetto CUORE?

Ho iniziato la tesi di dottorato in CUORE nel 2016; ho quindi partecipato ai primi momenti della messa in opera dell’esperimento. Mi sono dedicata allo studio e alla modellizzazione dei rivelatori a diverse temperature e configurazioni di lavoro, per ottimizzarne le performance. Ho partecipato all’analisi dei primi dati e mi sono concentrata nello studio delle potenzialità di CUORE nello studio di altri eventi rari.

E’ proprio grazie alla sua tesi che ha vinto il Premio Bruno Rossi 2020

Sono molto grata all’INFN per questo premio. Ho condiviso la mia gioia con Silvia Celli, mia compagna di corso al dottorato. Devo ringraziare anche i miei colleghi di CUORE per il positivo lavoro di squadra, nonché  i miei relatori, il prof Oliviero Cremonesi e il dott. Carlo Bucci. 

Il “Premio Bruno Rossi” è tra le motivazioni per cui Fortune Italia l’ha inserita tra i ricercatori under 40 più importanti e influenti d’Italia. Anche in questo caso un importante riconoscimento per il suo lavoro e i suoi studi.

Ho apprezzato molto che Fortune Italia abbia considerato il mio percorso di formazione e ricerca tra quelli eccellenti del 2020: è stata una piacevole notizia in questi tempi in cui, lavorando da casa, siamo riusciti con molto impegno a continuare a fare ricerca, anche lontani dai laboratori e dall’interazione diretta tra colleghi. Questi riconoscimenti mi fanno ritenere che ci sia futuro anche per noi giovani che iniziamo a muovere i primi passi nel mondo della ricerca.

Oggi è assegnista di ricerca presso la Bicocca

Ho partecipato al bando per l’assegno di ricerca presso l’Università di Milano-Bicocca con la speranza di poter continuare a fare ricerca di eccellenza in fisica anche restando in Italia. Ho avuto l’opportunità di tornare presso i laboratori del Gran Sasso per un lungo periodo, per contribuire attivamente alla coordinazione dell’esperimento CUORE. A Milano, invece, proseguo con il mio lavoro in CUORE, più legato all’analisi dati. Inoltre sono coinvolta in misure dedicate nel laboratorio di criogenia dell’università e sto contribuendo ai lavori preliminari per il futuro esperimento CUPID.

Crede che in Italia si dia il giusto peso alla ricerca, anche al di fuori dell’ambito accademico e di studio?

Penso che la formazione in Italia sia ottima, come d’altronde la qualità nei diversi campi di ricerca. Tuttavia, è fondamentale sensibilizzare correttamente l’opinione pubblica su quanto la ricerca scientifica di base sia importante per le ripercussioni indirette che ha nella vita quotidiana. Partecipo attivamente a diverse iniziative di divulgazione, rivolte sia ai più piccoli sia agli adulti. Bisogna continuare a incuriosire i futuri scienziati e al contempo mostrare ai più grandi che i ricercatori, di qualunque disciplina, non sono distaccati dal quotidiano. Una società sostiene e investe nella ricerca se la percepisce vicina a sé, sia umanamente sia nelle applicazioni pratiche.

Si parla molto spesso di "fuga di cervelli". Continuerà a fare ricerca in Italia o pensa a nuove esperienze all’estero?

All’espressione "fuga di cervelli" preferisco dire che la scienza è cosmopolita. Molti giovani si spostano per fare esperienza di ricerca all’estero, lavorando in ambienti differenti. Ci si confronta con culture diverse e si incontrano persone di ogni parte del mondo: dal confronto nascono grandi idee e progetti. Mi è difficile dire se continuerò a fare ricerca in Italia, dipende dalle prospettive che si presenteranno; valuterò senz’altro anche la possibilità di trascorrere nuovi periodi all’estero.

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